Crisi, Tremonti: più tasse sulle rendite
Aumento della tassazione sulle rendite finanziarie fino al 20%, taglio degli stipendi dei dipendenti pubblici, modifica degli articoli 41 e 81 della Costituzione, interventi sulle pensioni di anzianità e delle donne nel settore privato. Sono queste alcune delle misure allo studio del governo secondo quanto riferito durante la sua audizione a Montecitorio dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti di fronte alle commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio di Camera e Senato. "La situazione attuale costringe a scelte di maggior rigore e la scelta di inserire nella Costituzione il pareggio di bilancio segna la fine di un'epoca nella quale l'Occidente poteva piazzare titoli ai valori che voleva", ha detto durante "Dividerò il mio intervento in due parti per illustrare sia la proposta di pareggio di bilancio in Costituzione nell'articolo 81, sia la scelta di anticipo del pareggio di bilancio - ha esordito il titolare del Tesoro - E' un caso di eterogenesi dei fini". Davanti alle commissioni - tutti presenti a ranghi compatti con i leader di partito in testa - il ministro ha spiegato che "l'articolo della 81 nostra Costituzione non costituisce un caso di successo. Lo dobbiamo cambiare", ha aggiunto Tremonti, perché "trova difficoltà a funzionare". La scelta di inserire il pareggio di bilancio in Costituzione è "una scelta che segna la fine di un'epoca nella quale l'Occidente poteva piazzare titoli ai valori che voleva - sostiene Tremonti - Oggi viviamo in un' epoca che costringe a scelte di maggior rigore: non puoi spendere più di quello che prendi soprattutto se con riluttanza prendono i tuoi titoli". Data la dimensione del debito pubblico italiano "più forte è il passaggio costituzionale meglio è" per il pareggio di bilancio, ha chiarito il ministro spiegando che visto che "il vincolo viene dall'Europa, si potrebbe anche importare la norma" con il combinato tra articolo 11 e 117 della Costituzione. Ma nel nostro caso sarebbe meglio un passaggio "forte". EQUILIBRIO DI BILANCIO "Il decreto che pone il pareggio di bilancio al 2014 è stato votato a metà di luglio scorso. Da allora tre fatti nuovi, successivi e concatenati hanno modificato il corso delle nostre attività - ha ricordato il ministro - il primo è la intensificazione verticale della crisi". Dal periodo in cui l'Italia ha deciso di seguire le indicazioni dell'Europa sul pareggio di bilancio nel 2014, "la crisi ha preso un corso diverso, non ancora finito e non ancora prevedibile nella sua dinamica. Io non sono accreditabile per formule ottimistiche, casomai per prudenza". Oltre all'"intensificarsi della crisi", ha aggiunto Tremonti, c'è stata anche anche l'indicazione da parte delle istituzioni europee per un anticipo della manovra al 2013. Per modificare la Costituzione per inserire il pareggio di bilancio "ci sono le basi per fare in fretta un lavoro importante. C'è spazio - ha sottolineato - per un lavoro che presuppone un disarmo plurilaterale e uno spirito costituente". POLITICA, PENSIONI, LIBERALIZZAZIONI "Dobbiamo intervenire con maggiore incisività sui costi della politica. Non solo sui costi dei politici ma sulle complessità del sistema. Non si deve intervenire solo su quanto prendono i politici, ma anche su quanti sono", ha detto Tremonti che entra nel dettaglio dei contenuti della lettera Bce all'Italia, richiesti a gran voce da partiti e parti sociali, ancora ieri nel corso dell'incontro a palazzo Chigi. Nel corso dell'audizione alla Camera, il ministro dell'Economia spiega che in quella lettera ci sono anche "suggerimenti che riguardano le pensioni di anzianità, le donne nel settore privato, e si formula anche l'ipotesi di tagliare gli stipendi dei dipendenti pubblici". Ma, puntualizza Tremonti, "anche questo, non è detto che debba essere oggetto dell'attività del governo italiano". "Dobbiamo e possiamo intervenire con forza su liberalizzazioni, servizi pubblici e professioni", ha detto Tremonti. "Dobbiamo fare una manovra molto forte su questo anno e il prossimo. Le scelte di dettaglio sono ancora in corso", ha aggiunto. TASSARE AL 20% LE RENDITE C'è "una grande disponibilità del governo" per intervenire sulla tassazione delle rendite finanziarie: dice Tremonti che ha specificato che le ipotesi sono quelle di non toccare i titoli di Stato, di ridurre dal 27 al 20% i depositi bancari e postali e di aumentare al 20% dal 12,5% attuale la tassazione sui titoli, esclusi quelli di Stato. Su questo, ha detto, "c'è una grande disponibilità del governo". LICENZIAMENTI PIÙ FACILI Tremonti ha anche annunciato che allo studio del governo ci sono "forme più forti di contrasto all'evasione fiscale", in particolare nei casi di omessa fattura o scontrino. L'esecutivo sta lavorando anche per un mercato del lavoro più flessibile, "cercando però di evitare gli abusi nei contratti a termine", ha sottolineato il ministro. Sulla materia del mercato del lavoro, ha detto, "non possiamo essere insensibili alla libertà di licenziare chiesta dalla Bce, non tanto a proposito della durezza dell'ipotesi dei licenziamenti, ma sicuramente possiamo e dobbiamo intervenire per rendere più flessibile il mercato del lavoro". "Sarebbe anche fondamentale - ha aggiunto Tremonti - evitare forme di abuso dei contratti a tempo determinato: finisce che sono tutti dei subprime, e forse questo non è giusto". BERLUSCONI AL QUIRINALE Il presidente della Repubblica ha interrotto le sue vacanze a Stromboli per rientrare nella Capitale ed essere aggiornato sulla manovra anti-crisi che il governo sta definendo in queste ore. Secondo quanto si apprende, Napolitano nel pomeriggio riceverà al Quirinale il premier Silvio Berlusconi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e il ministro per l'Economia Giulio Tremonti. Il governatore della Banca d'Italia e presidente designato della Bce, Mario Draghi, intanto, è arrivato a Palazzo Chigi per incontrare il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.