Bossi: "Lettera Bce fatta a Roma"
Per il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, il discorso sulle misure anticrisi del governo tenuto dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, davanti le Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio presso la sala Mappamondo di Montecitorio "è stato fumoso". Al termine dell'audizione il leader del Carroccio ha convocato Roberto Calderoli, i capigruppo di Camera e Senato e il presidente della commissione Bilancio di Montecitorio, Giancarlo Giorgetti per fare il punto sulla situazione. "Temo che quella lettera sia stata fatta a Roma", ha detto il leader della Lega Umberto Bossi riferendosi alla missiva inviata dalla Bce al governo italiano. Lettera definita "confidenziale" dal ministro dell'Economia Tremonti. Di fronte alla domanda se le spinte per far cadere l'esecutivo venissero dall'interno o dall'Europa, Bossi ha risposto: "Draghi da qui è andato in Europa ma è sempre a Roma". Sul tema delle pensioni Bossi ha detto che "serve un compromesso". "Se si toccano le pensioni non si colpiscono i ricchi, ma i poveri, e sicuramente questo è un bivio importante", ha osservato e poi ha chiarito: "Dipende da come si toccano le pensioni, serve un compromesso". Dunque stop alle pensioni di anzianità? "Si può studiare, non lo so, noi abbiamo le nostre idee e le presenteremo. Ma in ogni modo - ha detto ancora Bossi - la gente non vuole che si tocchino". Su dove reperire i soldi necessari per far fronte all'emergenza e mettere in campo una manovra incisiva, il leader della Lega non ha risposto ma ha semplicemente spiegato: "Tremonti non ha ancora deciso, non lo devo dire io, lui e il premier non hanno ancora deciso".