segue dalla prima di FABRIZIO DELL'OREFICE Potrebbe tornare nella Capitale, comunque, prima di Ferragosto.
Unaproposta che inizialmente era stata avanzata da Nicola Rossi, senatore allora Pd e oggi con la montezemoliana Italia futura. Proprio per questo avrebbe avuto senso che l'iter dell'iniziativa governativa cominciasse a palazzo Madama dove c'è già un sostanziale accordo bipartisan. Invece Giulio Tremonti ha voluto che si partisse dalla Camera. Il che fa sospettare agli uomini del premier che esista un sostanziale «asse dei perdenti», come malignamente qualcuno l'ha già ribattezzato. O asse degli esclusi, ovvero di coloro cercano di rientrare in gioco. Bossi dà una mano a Giulio: «Ho una proposta per le imprese, lunedì ci vediamo». La settimana che si è appena conclusa, infatti, ha visto, proprio a Montecitorio, venir fuori prepotentemente una sintonia tra il neosegretario Angelino Alfano e il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Che ha mandato in bambola Pier Luigi Bersani e di fatto isolato Fli che con Italo Bocchino si è relegata a partito satellite di Di Pietro. Non a caso ieri il capogruppo finiano Benedetto Della Vedova correggeva mostrando un'improvvisa disponibilità: «L'anticipo dei saldi al 2013 è positivo. Ma è necessario che in assenza di altri risparmi questo non si traduca in un aumento della pressione fiscale di 24 miliardi. Penso che Fli e il Terzo polo sul punto debbano assicurare nella discussione parlamentare il massimo della disponibilità nel massimo della chiarezza». Sasso lanciato nello stagno pidiellino e che nessuno ha voluto raccogliere. Anzi: Fabrizio Cicchitto, che da giorni tende la mano all'Udc, spingeva nell'angolo il Pd: «Bersani vive in uno stato di schizofrenica contraddittorietà». Tiene l'intesa con Casini, dunque. Per concretizzarsi in un'alleanza, però, c'è bisogno di tempo. Almeno di andare alle urne nel 2013. Anche per questo Berlusconi, mentre si dirige all'aeroporto, si ferma a parlare ai giornalisti (fatto inconsueto): «Voto nel 2012? Non si è assolutamente mai parlato di questo. È un ipotesi che non c'e mai stata; non c'è nessun cambiamento nei programmi. Lavoriamo senza interruzioni». Smentisce il viaggio di Ferragosto da Putin. Piuttosto proprio per mercoledì il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha convocato le parti sociali. Proprio ieri le imprese hanno chiesto un'ulteriore accelerazione all'esecutivo per varare misure che favoriscano la crescita economica sottolineando come «non vi sia alcun motivo di attendere una modifica dell'articolo 41 della Costituzione, in sè positiva, per procedere alle liberalizzazioni» (stessa sollecitazione era venuta da Schifani, a cui Alfano è legato, a fine luglio). In altre parole: Tremonti non è l'unico che sta lavorando. Al contario, è Berlusconi che ha il timone in mano.