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Mosca e Pechino cercano il rame negli oceani

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LaRussia ha ottenuto dall'Onu il diritto a esplorare alcuni dei maggiori depositi ancora non sfruttati di rame e oro nel fondo dell'Oceano Atlantico. A riferirlo il 5 agosto è stato il quotidiano Kommersant, che parla di «successo economico e geopolitico» per Mosca. I giacimenti nei fondali dell'Atlantico si stima abbiamo riserve da 5 a 10 volte superiori rispetto ai campi onshore. Analoga autorizzazione dall'Ina, Autoritò internazionale del Fondo Marino, che fa capo alle Nazioni Unite, ha ottenuto la Cina. Il progetto di Pechino prevede la ricerca di metalli preziosi sotto l'Oceano Indiano. L'accordo definitivo sarà firmato a novembre. Per la ricerca dei giacimenti verrà utilizzato un sottomarino tascabile che può spingersi fino a settemila metri di profondità. L'area interessata è vicino alle Isola di Tonga. La Russia invece, con un investimento intorno ai 20-43 milioni di dollari nei prossimi cinque anni, cercherà nella regione equatoriale come fa sapere Darya Vasilevskaya del ministero delle Risorse naturali. Mosca sta preparando una richiesta per l'esplorazione di giacimenti di cobalto, ferro e manganese nel letto dell'Oceano Pacifico. Richiesta che l'Onu valuterà il prossimo anno. A marzo La Russia aveva firmato un accordo con la Norvegia per lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi nel Mar Artico. Mau.Pic.

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