I dati sul lavoro aiutano Obama
Eccoperché nella giornata di ieri il presidente degli Usa Barack Obama ha avuto una serie di colloqui con i leader europei sull'aggravarsi della situazione economica e le misure da prendere. Ieri da oltre Oceano sono arrivati segnali incoraggianti. La crescita dell'occupazione americana a luglio ha infatti segnato un'accelerazione superiore alle attese grazie alla ripresa delle assunzioni nel settore privato, un dato che, se si confermasse come tendenza, potrebbe aprire a una ripresa dei consumi, e allontanare lo spettro del «duble dip», la ricaduta nella crescita negativa imboccata due anni fa durante i mesi del crac di Lehman Brothers. Secondo i dati resi noti ieri dal Dipartimento del lavoro americano gli Usa hanno avuto 117.000 occupati in più a luglio al netto del settore agricolo, superando ampiamente le attese di un rialzo di 85.000 unità. Il miglioramento è merito del settore privato, dove gli occupati sono saliti di 154.000 unità dopo le 80.000 di giugno e contro attese che si fermavano a 115.000. Sono scesi, invece, di 37.000 unità gli occupati del settore pubblico. Scende il tasso di disoccupazione a luglio, al 9,1% contro il 9,2%, anche se su questo dato pesa l'uscita di molti dalla forza lavoro: in poche parole il fenomeno degli «scoraggiati» che hanno smesso di farsi avanti agli uffici di collocamento. Una serie di numeri che danno respiro al presidente Barack Obama: «L'economia americana migliorerà» - ha detto ieri a Washington auspicando che i partiti «condividano la responsabilita» di favorire questo processo. Le indicazioni sullo stato del mercato del lavoro americano rappresentano un primo segnale incoraggiante dopo qualche tempo, che arriva proprio quando si stavano addensando i timori di una nuova recessione americana. Ancora ieri Goldman Sachs ha detto di prevedere una possibilità su tre di una nuova recessione negli Usa entro nove mesi.