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Tremonti dai pm per i "pedinamenti"

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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La procura di Roma sentirà Giulio Tremonti come testimone. I magistrati della Capitale hanno aperto ieri un fascicolo, un cosiddetto modello 45 di «atti relativi a», senza indagati né ipotesi di reato, sul presunto caso di spionaggio ai danni del ministro dell'Economia. Era stato lui stesso, nei giorni scorsi, a rivelare di essersi sentito «osservato, controllato, persino pedinato» quando era a Roma, giustificando così la decisione di trasferirsi nella casa di via Campo Marzio, messa a sua disposizione dal deputato del Pdl e suo ex braccio destro, Marco Milanese. La convocazione del ministro da parte del procuratore capo Giovanni Ferrara che si occupa della vicenda potrebbe non essere immediata. Molto probabilmente l'alto magistrato sentirà Tremonti subito dopo la pausa estiva. Non verranno invece convocati a piazzale Clodio - almeno per il momento - gli uomini della scorta del titolare di via XX settembre. Intanto, sono stati trasmessi al Consiglio superiore della magistratura e al procuratore generale della Cassazione, gli atti relativi al pranzo a cui il procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo partecipò assieme a Tremonti e Milanese a casa dell'avvocato Luigi Fischetti. «Un incontro conviviale» - secondo l'ex braccio destro di Tremonti - avvenuto il 16 o il 17 dicembre scorso che, però, rischia di costringere l'alto magistrato romano a lasciare i fascicoli Enav e Finmeccanica su cui sta attualmente lavorando. Il pranzo, infatti, avvenne quando Milanese era già stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Napoli in merito alla vicenda P4 e, soprattutto, quando il nome del deputato del Pdl era già stato fatto ai pm di Roma da alcuni testimoni sentiti in merito alle inchieste Enav e Finmeccanica. Capaldo sostiene che non sapeva della presenza di Milanese perché, semplicemente, non partecipò a quegli interrogatori. I suoi superiori, però, vogliono vederci chiaro. Ecco perché la Corte d'Appello di Roma, Luigi Ciampoli, ha inviato in particolare ai due uffici il verbale di interrogatorio dello stesso Milanese davanti ai pm napoletani, in cui si parla di quel pranzo, la relazione fatta da Capaldo sulla circostanza e il verbale di dichiarazioni spontanee di Fabrizio Testa, presidente di Technosky, nel quale si parla del caso della barca ceduta da Milanese a Massimo Di Cesare, rappresentante legale di Eurotec, ad un prezzo di gran lunga superiore a quello di mercato. Gli atti, raccolti dal procuratore Giovanni Ferrara, erano stati girati alla procura generale presso la corte di appello di Roma. Il responsabile dell'ufficio, Luigi Ciampoli, ha a sua volta trasmesso il carteggio alla Cassazione, per la valutazione di eventuali profili disciplinari, ed all'organo di autogoverno dei giudici che sul caso ha aperto una pratica. Capaldo sostiene di essere vittima di un attacco: «Vogliono delegittimarmi», ha ribadito più volte. In ballo ci sarebbe la poltrona di procuratore capo di Giovanni Ferrara, in via di pensionamento. Il procuratore aggiunto di Roma sta, però, valutando la situazione e potrebbe decidere, per motivi di opportunità, di riconsegnare la delega riguardante l'inchiesta Enav.

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