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Standing ovation per la prima di Angelino

Il ministro Alfano

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La sua è un'Italia calma. Tranquilla. Democristiana. Angelino Alfano prende la parola perché è il giorno in cui parlano i segretari di partito e non i capigruppo. Ed è il suo esordio al fianco di Fabrizio Cicchitto. L'ex ministro della Giustizia parla di politica, si sofferma poco sui tecnicismi dell'economia. Mette i suoi paletti: «Noi siamo contrari a fantomatici governi tecnici». Chi è stato eletto e governa poi «torna dal popolo e si fa giudicare». Chi invece «presiede un governo tecnico mette le tasse e poi dal popolo a farsi giudicare non ci torna. Noi diciamo che con i governi tecnici si sente l'odore delle tasse», aggiunge Alfano rivolgendosi continuamente alla sinistra. Spiega il segretario del Pdl: «Le parole di Silvio Berlusconi sono state oneste, serie, affidabili per un Paese che chiede affidabilità e serietà al governo che ha voluto che governasse». «Autorevoli esponenti del Pd - attacca Alfano - hanno detto che il governo deve dimettersi perché i mercati lo chiedono. Siamo sgomenti: ma da quando in qua sono i mercati a scegliere il governo o a stabilire che debbano andare a casa? E il popolo, ciascun cittadino, che ruolo ha nella vostra visione politica e del paese?». «Per noi - aggiunge - sono espressione della gente, del popolo che rappresentano. Per questo siamo contrari a fantomatici governi tecnici, contrari all'idea di piegare la democrazia alla tecnocrazia». «Un governo fa le sue scelte, poi torna dal popolo e viene giudicato. I governi tecnici no e gli italiani, ogni volta che sentono parlare di governi tecnici devono sentire profumo di tasse». «Il governo Berlusconi è legittimato a governare perchè ha vinto le elezioni - va avanti Alfano interrotto da due standing ovation - Voi nel 2008 avete varcato la soglia di sbarramento e siete la principale forza di opposizione. A ciascuno il suo mestiere». Lo sforzo comune sulla manovra «ha funzionato e bisogna replicarlo, ma se voi dite di aver dato idee e contributi negli ultimi 3 anni noi non li abbiamo sentiti». «Siamo pronti - dice Alfano - ad accordi qui in Parlamento, non con governi tecnici, e chiediamo alle opposizioni di collaborare con spirito patriottico ad una fase difficile, perché la crisi c'è, nessuno la nega ma noi siamo fiduciosi di uscire dal mare in tempesta non perché velleitari, ma perché fiduciosi negli italiani». Pochi minuti dopo arriva l'ok di Casini.

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