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Pagano anche gli ex senatori. Ridotti i vitalizi

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Una ghigliottina davanti alla Camera dei Duputati: tagliare gli spechi

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Pagheranno anche gli ex senatori. Non molto, ma lo faranno. Roba da miracolo, visto che è la prima volta che succede nella storia del nostro Paese. Il bilancio, che è stato discusso ieri, sarà votato questa mattina. Palazzo Madama ha messo nero su bianco la riduzione dei privilegi degli ex. Quelli che sono stati senatori e che hanno acquisito, spesso con pochissimi anni di legislatura, il diritto al vitalizio. Si portano a casa un assegno mensile (da quasi 3 mila euro netti in su) che si aggiunge alla pensione. Costano, ogni anno, più di 71 milioni di euro. Ma non è tutto. Potrebbero venire ridotti anche i quasi 2 milioni di euro impegnati per rimborsare le spese di trasporto agli ex. Non saranno più in carica, magari lo sono stati per pochi mesi, ma lo Stato gli resta riconoscente. Eppure le cose sono destinate a cambiare e con la crisi che fa stringere i cordoni della borsa agli italiani, anche il Consiglio di presidenza di Palazzo Madama è corso ai ripari e ha approvato all'unanimità una serie di misure per abbassare la spesa. Pazienza se qualche senatore storcerà il naso. Il provvedimento principale prevede, appunto, la riduzione del 5 per cento dei vitalizi. La percentuale va considerata non sull'intera somma percepita ma su quella che oltrepassa i 90 mila euro. Non saranno grandi cifre ma il segnale c'è. Si chiama «contributo di solidarietà» e porterà nelle casse di Palazzo Madama un milione di euro nel 2011. Dunque, secondo il bilancio che sarà approvato nei prossimi giorni, la spesa per i vitalizi scenderà a una settantina di milioni. Lo stesso taglio agli stipendi (5% e 10% se si superano i 150 mila euro all'anno) colpirà i dirigenti. Nel 2012 si arriverà a un risparmio di 2,7 milioni di euro e nel 2013 a quasi 3 milioni di euro. Importi che, ovviamente, verranno versati all'Erario. Non è tutto. Il Senato ha previsto anche la riduzione della dotazione ordinaria e la mancata applicazione alle retribuzioni del personale dell'incremento del 3,2%. Una misura, quest'ultima, che non è stata presa dalla Camera dei deputati che invece ha puntato al taglio dei biglietti aerei, ora gratis per le tratte nazionali coperte dagli onorevoli, e delle auto blu. Il mancato aumento delle dotazioni permetterà un risparmio per il bilancio dello Stato di 24 milioni di euro circa, dei quali 7,9 milioni rispetto a quanto previsto inizialmente per il 2012 e altri 15,9 milioni rispetto al 2013 che si aggiungono ai 7,9 milioni di euro già ridotti nel 2011 rispetto al 2010. Poi c'è il capitolo affitti. Una spesa piuttosto rilevante. Ma il Senato ha previsto di cancellare il contratto di locazione per l'ex hotel Bologna che accoglie gli uffici di 86 rappresentanti. Un edificio pagato moltissimo negli anni e finito anche in un contenzioso con il proprietario, quel Sergio Scarpellini che ha affittato alla Camera dei deputati i Palazzi Marini (il principale, in piazza San Silvestro, sarà restituito da Montecitorio alla fine dell'anno). Torniamo al Senato. In Aula verranno discussi anche alcuni ordini del giorno, come quello, presentato dal Pd, di tagliare il 15 per cento delle spese nei prossimi tre anni. Un provvedimento che pochi credono sarà approvato. Ad ogni modo, il prospetto di bilancio di Palazzo Madama punta a risparmiare 61,3 milioni di euro. Una somma a cui vanno aggiunti i 58,7 milioni che arriveranno grazie alle decisioni assunte negli scorsi mesi. Dunque la riduzione complessiva dei costi del Senato sarà di 120 milioni di euro per il triennio 2011-2013.

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