Ancora incubo a Piazza Affari Quirinale in allarme
Per Milano è stata un'altra giornata da incubo. Ormai è evidente che i problemi non vengono tanto dagli Stati Uniti. L'emergenza è tutta domestica. Piazza Affari, colpita da una raffica di sospensioni per ecceso di ribasso, ha fatto peggio di tutti gli altri listini europei. L'indice Ftse Mib ha chiuso in negativo del 2,53% a 17.272,79 punti. Piazza Affari ha completamente ignorato il voto positivo del Congresso sul debito Usa e di certo il calo consistente del listino, non è stato causato dai timori oltre Oceano per un forte rallentamento della crescita americana. I nodi sono altri. Gli operatori sono in attesa di misure di stabilizzazione delle finanze pubbliche europe e hanno l'attenzione rivolta soprattutto a Roma e Madrid. Di qui le forti vendite dei fondi comuni e di quelli speculativi, in particolare americani. Nemmeno l'annunciato intervento di Berlusconi in Parlamento sulla situazione economica e la convocazione del Comitato di stabilità finanziaria hanno risollevato la situazione. Come pure non hanno avuto un effetto benefico la dichiarazione di fiducia della Commissione Ue alle misure italiane e la smentita dell'ipotesi di un esonero dell'Italia insieme alla Spagna, al pagamento della quinta tranche di aiuti alla Grecia. In mattinata lo spread tra i Btp decennali e i Bund tedeschi ha raggiunto il record oltre i 380 punti base con i rendimenti dei titoli di Stato a 5 anni che si sono praticamente allineati a quelli spagnoli. Nel corso della giornata lo spread è poi rientrato attorno ai 371 punti base ma si mantiene alto. Il rendimento dei titoli italiani sul secondario è al 6,13% mentre i bund si mantengono stabili attorno al 2,41%. I bonos spagnoli proseguono nel loro avvicinamento ai titoli italiani con uno spread che si è chiuso ulteriormente tra Italia e Spagna a soli 15 punti base. Ora si attende il dato del pil che sarà reso noto domani e le stime parlano di un lieve rialzo. E sempre domani il Tesoro di Madrid emetterà titoli a 3 e 4 anni per un totale di 3,5 miliardi di euro. Intanto la Consob ha chiesto informazioni a Deutsche Bank sulla recente vendita di Btp italiani. La situazione è seguita «con attenzione» dal Quirinale. Ieri il presidente Giorgio Napolitano ha ricevuto al Quirinale il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, per la seconda volta nel giro di pochi giorni. È probabile che il capo dello Stato abbia fatto con il Governatore il punto sull'attacco speculativo a cui sono sottoposte soprattutto le banche. In una nota il presidente non esita a chiedere alle forze politiche «un'integrazione delle decisioni sui conti pubblici» invitando, ancora una volta, i partiti e tutti i rappresentanti sociali «al confronto» per «stimolare decisamente l'indispensabile crescita economica». Ma se il Quirinale è in allarme, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti sta facendo di tutto per tranquillizzare le autorità europee. Si è sentito per telefono con il commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn, con il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble e con il ministro francese dell'Economia Francois Baroin. Oggi sarà in Lussemburgo per un confronto con il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker che ha già sentito ieri per telefono e al quale porterà l'esame condotto dal Comitato di stabilità finanziaria. Le analisi «hanno evidenziato che, nonostante l'azione di progressiva riduzione del deficit pubblico, si riflettono sull'Italia tensioni derivanti da incertezze internazionali». Le analisi «confermano che il sistema bancario e finanziario italiano è solido, grazie anche all'azione tempestiva di rafforzamento delle condizioni patrimoniali e di liquidità delle banche». Il Comitato «ha convenuto sull'opportunità di continuare a mantenere sotto costante osservazione la situazione».