ESCLUSIVO Il Palazzo ci dà un taglietto
Addio ai biglietti aerei gratis, meno auto blu e più taxi, blocco dell'aumento degli stipendi, niente ristorante a cinque stelle né ufficio nel centro storico di Roma. I deputati potrebbero diventare presto dei comuni mortali. O quasi. Il bilancio di Montecitorio sarà discusso questa settimana. Prevede risparmi per 151 milioni di euro in tre anni, dal 2011 al 2013. Continuerà il blocco degli aumenti degli stipendi, stabilito nel 2008. Poi saranno ridotti del 10 per cento i fondi per i gruppi politici, che non vanno confusi con i rimborsi elettorali, che di fatto hanno soppiantato il finanziamento ai partiti messo fuori gioco dal referendum del '93. Ma la vera novità riguarda i trasporti. Ogni deputato ha diritto a viaggiare gratis in aereo in Italia. La proposta, voluta strenuamente dal presidente della Camera Gianfranco Fini e approvata dai questori, prevede che dal 2012 gli eletti a Montecitorio possano richiedere biglietti gratuiti soltanto per le tratte che collegano Roma con il proprio collegio, di norma la propria città. Cioè verrebbero pagati unicamente i viaggi casa-lavoro. Unica eccezione se in qualche manifestazione un deputato debba rappresentare la Camera e sia autorizzato espressamente dalla presidenza. La misura farebbe risparmiare alle casse di Montecitorio ben due milioni di euro fino al 2013. Poi ci sono le auto blu. Oggi, solo alla Camera, ne hanno diritto 82 persone. Ovviamente il numero uno di Montecitorio o i questori ma anche i presidenti di Commissione. Una delle proposte avanzate, che saranno discusse nei prossimi giorni in Aula, toglie l'auto con autista ai presidenti di Commissione e gli concede il rimborso del taxi. Certo potrebbero andare a lavorare anche in autobus, visto che la maggioranza dei parlamentari vive in centro storico, ma è già qualcosa. Andiamo ai ristoranti. Il capitolo è spinoso: costano 5 milioni di euro all'anno. Ci mangiano deputati e addetti ai lavori. Il bilancio prevede di chiudere quello di Palazzo San Macuto. Ma non è tutto. L'ufficio di presidenza della Camera sta esaminando la proposta di chiudere anche gli altri tre ristoranti, trasformandoli in self service. In effetti perché un deputato non può fare la fila col vassoio in mano come tutti gli altri dipendenti di Montecitorio? Di sicuro sarebbe un bel risparmio. È stato calcolato che il self service al posto del locale a cinque stelle farebbe risparmiare 3,5 milioni all'anno. Sarà anche disdetto il contratto di locazione con Palazzo Marini 1, dove ci sono gli uffici di 180 deputati. Ultima questione, la fondazione della Camera. Pochi la conosceranno ma costa 2 milioni di euro all'anno. È stata costituita nel 2003 e ha come compiti statutari quelli di divulgare l'attività della Camera, promuoverne l'immagine, favorire e sviluppare il rapporto tra l'istituzione parlamentare e i cittadini. Organizza eventi culturali, mostre, convegni e seminari nonché pubblicazioni e prodotti multimediali. Tutte cose a cui, prima del 2003, provvedeva la Camera dei deputati. Ora il presidente della fondazione, in quanto ex numero uno di Montecitorio, è Fausto Bertinotti. Lo affiancano nove deputati consiglieri di amministrazione (tra cui i questori), un direttore generale e quattro revisori dei conti. Un organismo su cui tanti addetti ai lavori esprimono perplessità. Non si risparmierebbe se gli stessi eventi fossero organizzati dalla Camera? C'è chi vorrebbe eliminare la fondazione ma la battaglia sembra, almeno in questa fase, improba. In ogni caso, dopo il buon esempio del presidente della Repubblica Napolitano, che due giorni fa s'è tagliato lo stipendio (guadagna poco meno di 140 mila euro netti all'anno) e ha annunciato risparmi per 15 milioni di euro nei prossimi due anni, si muove anche il Senato. Palazzo Madama dovrebbe approvare il bilancio e le riduzioni di spesa già oggi. Sono previsti tagli per 120 milioni in tre anni. Tra i principali interventi: la riduzione della dotazione ordinaria, la mancata applicazione alle retribuzioni del personale dell'incremento del 3,2%, il taglio del 5 e del 10% delle pensioni più elevate degli ex dipendenti e dei vitalizi più alti degli ex senatori.