Bersani: "Il premier si dimetta"

"Non è per polemica politica o interessi di bottega che noi chiediamo una svolta politica. I problemi non si risolvono con un discorso o un monitoraggio con le parti sociali ma serve un pò di tempo per una tregua con gli investitori ed i mercati e il tempo si può avere solo con un gesto politico". Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani chiede in aula alla Camera le dimissioni del governo. "Io credo, Presidente Berlusconi, che lei abbia sbagliato discorso o abbia sbagliato Parlamento". Il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha aperto il suo intervento in aula alla Camera sulla crisi, stroncando l'informativa resa dal Premier Silvio Berlusconi sulla crisi a Montecitorio. "Siamo in una situazione - ha denunciato Bersani- che non si può descrivere con cieli azzurri e forse qualche nuvola. Unico merito del discorso è stata la scelta di farlo a Borse chiuse...". Ancora più duro, Bersani è stato rispetto all'intervento prima di lui del segretario del Pdl Angelino Alfano: "il suo discorso in aula - ha detto- mi ha fatto paura". BOCCHINO "Gran parte della crisi riguarda la credibilità del governo e soprattutto del presidente del Consiglio" e oggi "i mercati avrebbero bisogno di un atto di generosità da parte» del premier Silvio Berlusconi. Lo dice Italo Bocchino di Fli in aula alla Camera chiedendo un passo indietro al Cavaliere. «La manovra triennale è una furbata all'italiana e i mercati non potevano non bocciarla" ed ora, aggiunge Bocchino, l'unica "vera scossa sarebbe quella di annunciare una manovra che porti al pareggio di bilancio nel 2012 e non nel 2014". Ma dal premier non è arrivata "nessuna volontà di cambiamento", sottolinea Bocchino. Il governo «se vuole andare avanti, se ne assumerà responsabilità" e solo "un passo indietro" del premier "può far fare un passo avanti al Paese".   CASINI "Non ci rendiamo conto di essere a un passaggio quasi storico, come il 92-93, che è stata la fine di una stagione politica. Io oggi avverto molte analogie". Così il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, nel suo intervento dopo le comunicazioni sulla crisi del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in Aula alla Camera. "È la fine di un'epoca - sottolinea Casini - cui dobbiamo corrispondere con supplemento di responsabilità e di serietà. Non credo che oggi sia solo il tramonto o il crepuscolo di qualcuno o di una formula politica, ma è la fine di un'epoca". "Qui stiamo andando a fondo e abbiamo tutti qualcosa da perdere - aggiunge Casini - Molti evocano la fine del berlusconismo come la fine di una stagione politica. Se qualcuno pensa che rispetto a questi passaggi epocali la questione si risolva con una sorta di liquidazione politica, si sbaglia. O ci assumiamo la responsabilità di disegnare una fase nuova o se pensiamo che la fine politica di qualcuno coincida con il successo degli altri, sottovalutiamo quello che abbiamo avanti e la crisi che stiamo vivendo". DI PIETRO Esordisce con una bordata di battute e di risate a mezza bocca, Antonio Di Pietro, che da' un taglio molto informale all'incipit del suo intervento in Aula, dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio alla Camera sulla crisi. "Caro presidente del Consiglio, se non fossi in Parlamento direi "caro Silvio", da allievo che ha ascoltato la sua lezione. Lei ha detto che c'è la crisi globale ma che l'Italia sta bene. Caro Silvio, ma lei ci fa o c'è? Mi viene da ridere, se non ci fosse da piangere. Lei è Alice nel Paese delle meraviglie o il più grosso bugiardo della storia. Non se ne può più...". "Dobbiamo disfarci politicamente di lei, presidente Berlusconi. Il Parlamento dovrebbe disfarsi politicamente di lei, ma lei i deputati li compra... Eccoli accanto a lei i nuovi arrivi, direttamente dai Reponsabili...".