Vertice sulla crisi. Silvio torna in Aula

Il Cav spiazza tutti. In molti - anche esponenti del Pdl a lui molto vicini - nel corso della giornata si affannano a spiegare il perché Berlusconi non avrebbe mai accettato la richiesta di informativa avanzata dal Pd. «Sarebbe poco credibile riferire ora in parlamento», si lascia scappare Roberto Calderoli, mentre le opposizioni gongolano pregustando l'ennesima opportunità di attaccare «un premier che abbandona il paese». L'occasione - ahiloro - è sfumata. Silvio ci sarà. Rumors di palazzo parlano di una moral suasion che porta la firma del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato, proseguendo nella sponsorizzazione di «un clima di coesione» e responsabilità nazionale, avrebbe informalmente suggerito al premier (attraverso la mediazione di Gianni Letta) di accogliere le richieste delle opposizioni e delle parti sociali. Detto, fatto. Il Cavaliere intende mettere la faccia e responsabilizzare al massimo l'Esecutivo per poi proseguire la corsa fino a fine legislatura. Il premier sarà domani in Parlamento (prima alla Camera e poi al Senato) per riferire sulla crisi. Giovedì incontrerà a palazzo Chigi le parti sociali. Il nuovo lunedì nero delle borse, il pressing delle opposizioni ma anche, appunto, la continua pressione del Quirinale lo hanno convinto a tornare «in campo» dopo settimane di assenza. Pd, Udc e Fli sono spiazzate. Lo attaccano comunque: in mancanza di idee Berlusconi se ne deve andare, avvertono. E così riprendono ancora una volta a circolare le voci di un governo tecnico a guida Mario Monti e con l'ipotesi di Luca Cordero di Montezemolo (puntuale la sua critica sula manovra) ministro del tesoro. Il Cavaliere tira dritto. E, anche a dispetto della cautela di alcuni suoi stretti collaboratori, decide di farsi lui garante nella gestione di questa fase delicata del Paese chiedendo la collaborazione delle opposizioni.  L'obiettivo del governo, dopo il crollo di piazza Affari e dei Titoli di Stato, è quello di rassicurare sulla tenuta dell'economia. Il premier lo ribadirà in Aula e poi ne riparlerà con tutti gli attori economici e sociali. Parallelamente però il premier metterà in chiaro la sua assoluta indisponibilità a fare passi indietro. A sintetizzare la tabella di marcia del Cavaliere, ci pensa il segretario del Pdl Angelino Alfano: «Convocare il Cipe, mercoledì mattina, per approvare il finanziamento di oltre settanta opere pubbliche strategiche per il Paese per un importo di oltre 7 miliardi di euro; riferire, mercoledì pomeriggio, alle Camere sulla situazione economica del Paese; incontrare l'indomani mattina le parti sociali». In poche parole, il governo non si ferma, va avanti. L'ex Guardasigilli lancia una provocazione alle opposizioni: «Contribuiscano con proposte serie». La Sinistra è in trappola. A Bersani e compagni non resta che continuare a invocare un nuovo scenario politico come messaggio da inviare ai mercati internazionali. La convinzione delle opposizioni è, come dice il responsabile economico del Pd Stefano Fassina è che «l'attuale governo sia un fattore di aggravamento» della crisi economica. « Si vada ad elezioni a novembre, come in Spagna», chiede il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. La musica, insomma, non cambia. La favola dei democratici che volevano il Cav in parlamento per il bene del Paese altro non era che una trappola. Ma adesso gli si è rivolta contro. Napolitano, intanto, rimane vigile. Ma è soddisfatto. E forse oggi potrebbe anche decidere di concedersi una vacanza.