Si discute di tagli. In Aula 11 deputati
Finalmente la casta si dà un taglio. L’ufficio di presidenza di Montecitorio ha messo a punto un piano di risparmi e riduzioni. Ma ieri, mentre uno dei questori della Camera illustrava la proposta di bilancio, in Aula c’erano soltanto 11 deputati. Evidentemente gli altri 619 inquilini di Montecitorio non erano granché interessati. Oggi si voterà il documento. Secondo le previsioni il bilancio di Montecitorio sarà approvato all'unanimità. Eppure ieri a discutere dei costi della politica e, soprattutto, del modo di battere l'antipolitica, avvicinando gli onorevoli alla società civile, sono stati quattro rappresentanti dell'opposizione, quattro della maggioranza, due questori (Colucci e Mazzocchi) e il vicepresidente Leone. I tagli ci sono, per carità, e questo è il risultato principale ma chi si illudeva che la manovra anticasta potesse catalizzare l'interesse dei deputati è rimasto deluso. In ogni caso nel triennio 2011-2013 il bilancio dello Stato potrà beneficiare di una minore richiesta di dotazione da parte della Camera pari a 75 milioni di euro e di restituzioni di somme pari a 76 milioni di euro. In totale, più di 150 milioni. Sono le cifre che il questore Francesco Colucci, a nome del collegio, ha presentato all'assemblea degli 11 deputati. «Si tratta - ha detto Colucci anche a nome dei colleghi Gabriele Albonetti e Antonio Mazzocchi - di importanti risultati, frutto di una gestione rigorosa e ispirata al senso di responsabilità». La crescita della dotazione della Camera sarà pari a zero fino al 2013. Pertanto, per quattro anni di seguito (a partire dal 2010) è rimasta e rimarrà uguale a quella del 2009. Nel quinquennio 2006-2010, il contenimento della crescita della propria dotazione da parte della Camera, e l'azzeramento nel 2010, ha fatto risparmiare al bilancio dello Stato una cifra superiore a 300 milioni di euro. Come è stato sottolineato nella relazione di Colucci, sia con la manovra attuale sia con quella dello scorso anno, si è inciso su tutte le principali voci di spesa, e cioè sul contributo di funzionamento dei Gruppi parlamentari (per i quali è prevista la riduzione dei contributi per 1.185.000 euro all'anno), sul trattamento economico dei deputati in carica e cessati dal mandato (vitalizi), sul personale della Camera in servizio e in pensione, sulle locazioni immobiliari (addio a Palazzo Marini 1) e sulle spese correnti. L'indennità parlamentare è stata ridotta nel 2006 del 10%, a decorrere dal 2008, ed è stata successivamente bloccata per cinque anni (resterà bloccata anche nel 2013). Inoltre l'Ufficio di presidenza ha dato mandato al Collegio dei questori di intervenire sulla disciplina delle spese di viaggio (meno auto blu e più taxi e drastica riduzione dei voli aerei gratis) e ha assunto l'impegno di definire per gli assegni vitalizi un nuovo sistema previdenziale, destinato ad entrare in vigore dalla prossima legislatura. Sui vitalizi, inoltre, già nell'immediato sarà applicato il contributo di solidarietà (-5% per quelli oltre i 90 mila euro). Ma Colucci ha fornito anche alcuni dati emersi da uno studio che ha comparato il trattamento economico dei politici nei principali paesi dell'Unione Europea. Il costo mensile complessivo per ciascun deputato italiano è pari a 20.486,68 euro, inferiore rispetto al costo di ciascun parlamentare francese (23.066,75), tedesco (27.364,00), inglese (21.089,83), ovvero al costo di un deputato al Parlamento europeo (34.750,87). Anche se si raffronta solo l'ammontare netto delle competenze, emerge che il totale netto percepito dai deputati italiani (10.257,84) è in linea con quello mediamente percepito dai parlamentari delle Assemblee degli altri Paesi (Francia 11.863,60; Germania 9.932,15; Gran Bretagna 8.540,83; Parlamento europeo 13.285,72). Infine, se al raffronto delle competenze nette si somma quanto erogato ai parlamentari, direttamente o indirettamente, per la gestione dei collaboratori, risulta che gli importi di cui dispongono i deputati italiani (euro 13.947,84) sono inferiori a quelli degli altri parlamentari europei. Chissà che qualche deputato non ci ripensi e oggi in Aula voti contro i tagli.