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Processo lungo, sì alla fiducia L'opposizione: legge ad personam

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L'Aula del Senato ha approvato la questione di fiducia posta dal governo sul ddl che prevede l'inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell'ergastolo in cui è stata inserita la norma sul cosiddetto processo lungo. I sì sono stati 160, i no 139.  Il ddl torna ora all'esame della Camera.   LE NUOVE NORME Il testo, che ha avuto la fiducia del Senato con il no delle opposizioni, modifica alcuni articoli del codice di procedura penale (articoli 190, 238 bis, 438, 442 e 495) in materia di giudizio abbreviato e di delitti punibili con la pena dell'ergastolo. La norma al centro della polemica politica è quella che ha fatto ribattezzare alle opposizioni il ddl "processo lungo": prevede la possibilità per la difesa di presentare lunghe liste di testimoni e di non considerare più come prova definitiva in un processo la sentenza passata in giudicato di un altro procedimento. Anche se, quest'ultima norma, non vale ad esempio per i processi di mafia e terrorismo. Per i condannati all'ergastolo per reati di strage e per sequestro di persona, qualora vi sia stata la morte del sequestrato, la legge prevede una stretta dei benefici di cui i condannati potranno usufruire solo dopo aver scontato 26 anni di carcere. Rimane poi la misura presente già nel testo approvato alla Camera che dà il nome alla legge sull'inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell'ergastolo: in pratica per chi è condannato al carcere a vita non ci sarà più la possibilità, avvalendosi del giudizio abbreviato, di avere la sostituzione dell'ergastolo con la condanna a 30 anni di carcere. Le norme contenute nella legge si applicano ai processi in corso, tranne quelli già chiusi in primo grado. La legge, dopo il sì del Senato di domani, dovrà essere approvata alla Camera per il via libera definitivo. Ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. L'OPPOSIZIONE E' insorta l'opposizione dopo il via libera del Senato. Ha parlato di "vergogna" e di "nuova legge ad personam" perchè serve a "salvare il presidente del Consiglio da uno dei suoi tanti processi", ha tuonato la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro. A lanciare l'allarme sulle ricadute delle norme in questione ci ha pensato l'Anm: avranno "effetti devastanti" che rischiano di portare alla "paralisi" i dibattimenti pendenti, ha avvertito il "sindacato delle toghe"

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