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Alfano prepara un Pdl europeo

Silvio Berlusconi e Angelino Alfano

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A chi gli chiede delle sue dimissioni da ministro della Giustizia, Angelino Alfano risponde di «pazientare ancora qualche ora», arriveranno nel pomeriggio. L'impressione, però, è che il neo-segretario del Pdl si occupi del partito 24 ore su 24 già da qualche giorno. L'obiettivo dichiarato è quello di rinnovare il Pdl, dando nuova linfa al sogno originario di una «casa per tutti i moderati italiani, che si riconoscono negli ideali del partito popolare europeo». In barba a quanti credono che dopo Berlusconi non esisterà il Pdl, Alfano lavora per costruire il futuro. E lo fa a partire dal presente. Ecco perché insieme ai ministri Frattini e Meloni, dà vita all'associazione "Italia per l'Europa dei popoli e delle libertà". L'intento è quello di coordinare e mettere in rete tutte le fondazioni vicine al Pdl per dotare il partito di «un'ossatura culturale» unica e arrivare al congresso popolare europeo che si terrà a Marsiglia il prossimo dicembre «con una tesi tutta italiana». A presentare l'iniziativa alla stampa estera insieme all'ex Guardasigilli (segretario generale dell'associazione), Franco Frattini (presidente) e Giorgia Meloni (vicepresidente), ci sono anche il vicepresidente della commissione europea Antonio Tajani e il vicepresidente del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello, che - forte del plauso ricevuto dai colleghi ministri per il lavoro svolto dalla sua fondazione Magna Carta - coordinerà il comitato scientifico. Giuseppe Cossiga curerà la regia organizzativa. «La proposta - sottolinea Alfano - è rivolta a tutti. L'elenco delle fondazioni è aperto». Il segretario del Pdl ha già recuperato in squadra gli ex finiani Adolfo Urso e Andrea Ronchi, impegnati attivamente nel coordinamento con le fondazioni già riconosciute dal Partito popolare europeo. Inevitabile un pensiero ai centristi di Pier Ferdinando Casini. «L'Udc? La proposta è aperta a tutti - ribadisce Angelino - Speriamo che i semi che stiamo piantando con il lavoro delle fondazioni in questi mesi germoglino». Al momento, comunque, «è solo una proposta culturale». Alfano parla già da leader, ma è ancora troppo presto per pensare a eventuali coalizioni. Tanto che - sottolinea l'ex Guardasigilli - «non stiamo pensando a un cambio di nome del Pdl. Attraverso le associazioni vogliamo rafforzare la presenza italiana dentro il Ppe». Le fondazioni - aggiunge - contribuiranno «a tenere sempre acceso il motore culturale della macchina rappresentata costituente popolare cui stiamo lavorando, che deve viaggiare a ritmi sempre elevati perché la gestione pura del potere senza ideali alle spalle può diventare negativa». E «il consenso arriva quando il potere è coerente con gli ideali cui si ispira». I temi «prioritari» su cui si metteranno al lavoro le fondazioni, saranno - sottolinea il ministro Frattini - «la sussidiarietà, la famiglia, le politiche sociali, l'economia sociale di mercato, la solidarietà tra le generazioni». E la possibilità offerta dall'associazione di dialogare a livello europeo, quindi più alto, spiega il ministro Meloni «consente di superare pericolosi tatticismi legati alla politica nazionale». Come dire, bentornato Pdl.

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