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È ancora guerra tra Bindi e Tedesco Ora però Rosy passa alla querela

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La«pasionaria» dei Democratici era stata la più determinata nel chiedere le dimissioni dell'ex assessore alla Sanità della Regione Puglia dopo che l'Aula del Senato lo aveva salvato dall'arresto. Una determinazione che non è piaciuta al diretto interessato che ormai quasi quotidianamente non perde occasione per attaccarla. Ma ora dallo scontro verbale si è passati alle querele. A scatenare la reazione di Rosy l'ultimo affondo di Tedesco che ieri, in un'intervista a Radio Ies, ha sparato ad alzo zero. Interrogato sulle ultime vicende giudiziarie che hanno coinvolto il suo ormai ex partito (si è dimesso passando al gruppo Misto ndr) il senatore ha risposto distaccato: «Il Partito Democratico? Premetto che ormai è una vicenda estranea ai miei interessi politici perché ho ormai preso le distanze dopo alcune reazioni assolutamente smodate». Riferimento già fin troppo chiaro alla sua ex compagna democratica che Tedesco ha voluto però rendere ancora più esplicito: «La Bindi parla di carcere da sette mesi, ma la stagione del '92 che l'ha resa protagonista non tornerà più. Rosy Bindi ricevette, come reso noto in un libro di Pomicino mai smentito, un finanziamento di 50 milioni dalla corrente andreottiana, nonché dell'appoggio di Andreotti che la fecero salire al Parlamento europeo. Era il 1989. Prima era una sconosciuta. Nonostante ciò non si fece nessuno scrupolo nel condannare Andreotti, anche prima della conclusione del procedimento». «Bindi al posto di Bersani? - ha proseguito - Sicuramente nel Pd c'è un movimento intestino giustizialista che vorrebbe fare un po' di pulizia. Vale per Boccia, Bindi...un po' per tutti. Oggi che si parla di modifica della legge elettorale, iniziano ad avere paura perché con qualcuno, anche se non sarà Tedesco, ti dovrai confrontare». Parole che hanno innescato l'immediata reazione di Rosy Bindi che in serata ha fatto sapere di aver dato mandato ai suoi legali di depositare una querela verso quanti in questi giorni «hanno di nuovo fatto circolare la notizia del tutto infondata di un finanziamento alla sua prima campagna elettorale, in occasione delle Europee del 1989, e sulla quale ha già ottenuto un risarcimento a metà degli anni '90 su querela al settimanale L'Europeo».

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