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Nitto Palma è il nuovo ministro della Giustizia

Francesco Nitto Palma

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Francesco Nitto Palma è il nuovo ministro della Giustizia. Prende il posto di Angelino Alfano, eletto lo scorso 2 luglio dal Consiglio nazionale primo segretario politico del Pdl. Domani si svolgera' la cerimonia del giuramento al Quirinale. Dopo settimane di impasse sul nome del nuovo Guardasigilli, ieri sera Silvio Berlusconi e i vertici del partito hanno trovato la "quadra". E assieme al nome del nuovo titolare del dicastero di via Arenula, Berlusconi, che nel pomeriggio sale al Quirinale, al Capo dello Stato sottopone anche il nome del successore di Andrea Ronchi alle Politiche Ue. E' l'avvocato Anna Maria Bernini. Con le dimissioni di Alfano da ministro e riempite le caselle vacanti nel governo, ora il premier intende rilanciare l'azione dell'esecutivo, a partire dalle riforme. In un incontro a pranzo con i governatori del Pdl, Berlusconi avrebbe infatti spiegato che ora il governo ha tutte le carte in regola per andare avanti con determinazione. Così come il segretraio del Pdl potrà dedicarsi a tempo pieno al rinnovamento del partito. Ai due nuovi ministri arrivano gli auguri e le congratulazioni dell'intera maggioranza, mentre l'opposizione chiede subito al nuovo Guardasigilli di bloccare l'allunga processi, in esame al Senato. Si augura una "leale collaborazione" il vicepresidente del Csm Michele Vietti, "affinché politica e magistratura, ciascuna entro gli ambiti delineati dalla Costituzione, possano collaborare nell'interesse dei cittadini, al fine di assicurare loro una giustizia rapida ed efficace". Per Palma, tuttavia, la partenza sarà in "salita": a palazzo Madama è in corso lo scontro tra maggioranza e opposizione sull'allunga processi e dopo la pausa estiva Palma dovrà affrontare il capitolo della riforma costituzionale della Giustizia. Sul tavolo del nuovo Guardasigilli anche la possibile riforma delle intercettazioni, intervento rilanciato dallo stesso premier all'indomani della nuova ondata di inchieste e della pubblicazione di telefonate che coinvolgono esponenti del Pdl e membri del governo.  

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