Silvio nero con Bossi. Poi si parlano
Non ci sta Silvio Berlusconi. Non ha digerito lo strappo della Lega. E così, quando abbandona palazzo Grazioli a Roma per raggiungere la Sardegna, s'avvicina ai giornalisti che lo attendono. E anche questo è un fatto inconsueto almeno del Berlusconi dell'ultimo periodo: ha sempre schivato i cronisti. Dice il premier: «Non c'è nessun problema» nella maggioranza, «io non ho non nessun problema, sono loro ad avere un problema...». Gli viene chiesto: ma il Carroccio ha problemi con lei? Risponde il Cavaliere: «Be', è evidente: ma scusate, chi aveva preso un impegno e non lo ha rispettato nel voto in Parlamento? Tanto è vero che al Senato l'impegno è stato mantenuto», dice Silvio che col pensiero vola al voto della Camera di mercoledì che ha spedito in galera il deputato Pdl Alfonso Papa mentre ha palazzo Madama ha salvato Alberto Tedesco. Berlusconi è rimasto molto turbato, scosso. Non riesce a darsi pace. Sconvolto per il fatto che la Lega, o meglio una buona parte dei leghisti, abbia votato con la sinistra mandando dietro le sbarre un altro esponente della maggioranza. Qualcosa, è evidente, si è rotto. Ma che succede adesso? «Non succede niente, il governo va avanti più solido di prima», insiste Berlusconi. Ma Bossi ha ancora la leadership del suo partito? «Assolutamente sì. Ripeto ciò che ha detto qualcuno di loro: la Lega è Bossi e Bossi è la Lega». Gli uomini del Carroccio sono tutti a Monza per la loro festa, l'apertura degli uffici distaccati di alcuni dicasteri (Economia, Riforme, Turismo e Semplificazione). Cerimonia alla quale il leader della Lega si presenta con quasi due ore di ritardo e con un vistoso paio di occhiali da sole per i postumi dell'intervento alla cataratta subito due giorni fa. E quando i giornalisti domandano se con Berlusconi è tutto a posto, il Senatùr replica con un laconico: «Chiedetelo a lui». Poi però spiega: «Con Berlusconi le cose vanno bene e di bene in meglio. Non abbiamo problemi, ci ha dato il federalismo. L'ho sentito ieri (venerdì, ndr) per telefono, dal mio letto di ospedale in Svizzera». Quindi dichiara «chiusa» la questione dei dissidi anche perché, sottolinea, «si sapeva che su una cosa come Papa la Lega aveva delle difficoltà. Non è un esempio da tenere in considerazione». Più rassicurante Roberto Calderoli: «Non c'è bisogno di far pace con Berlusconi perché non abbiamo mai litigato con lui. Noi portiamo avanti le nostre iniziative in modo chiaro». I cronisti domandano se il presidente del Consiglio mangerà il panettone e allora il ministro della Semplificazione risponde in modo affermativo e aggiunge: «Credo anche la colomba». In serata lunga telefonata tra Berlusconi e Bossi, Paolo Bonaiuti fa sapere: «C'è piena collaborazione e la volontà di andare avanti con le riforme».