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Il centrodestra le cancelli Lo abbiamo promesso dal '94

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Comenel caso delle province: si discute quando, invece, dovremmo passare direttamente all'azione e sopprimerle. È comunque opportuno ricordare alcune delle ragioni che ne rendono necessaria l'abolizione. Dal 1998 ad oggi abbiamo discusso per mesi della necessità di mantenere un livello intermedio tra Regioni (20) e Comuni (oltre 8100), che avesse parametri accettabili per numero di abitanti ed estensione del territorio. Ciò si e dimostrato irrealizzabile perché e accaduto che ogni politico «potente» ha adottato una provincia, spesso unicamente per tornaconti elettorali, rendendo impossibile una determinazione oggettivamente qualificante. Per non ricordare l'allucinante crescita, avvenuta in questi anni, di nuove province, sempre al di sotto di oggettivi parametri di accettabilità (Fermo con i suoi 870 kmq quasi quanto la sola città di Ravenna, Barletta Andria Trani con il suo capoluogo tricipite, le 5 province sarde con capoluoghi da 5600 abitanti!). Ovviamente questa proliferazione non poteva che peggiorare la situazione. Del resto, l'VIII disposizione transitoria della Costituzione stabiliva che «le elezioni dei Consigli regionali e degli organi elettivi delle amministrazioni provinciali» dovessero essere indette «entro un anno dall'entrata in vigore della Costituzione», cioè avrebbero dovuto svolgersi nel 1949. Proroghe, rinvii e polemiche portarono al 1970 la data delle elezioni dei Consigli regionali e fino a quel giorno le funzioni erano state svolte dalla Province, che inevitabilmente si sono politicamente rafforzate. Il nuovo assetto di decentramento amministrativo rendeva superfluo il ruolo delle Province (effetto peraltro previsto dal secondo comma dell'VIII disposizione transitoria) e invece sono continuate a crescere di 16 unità, diventando 110. Una pletora, che, ovviamente, ha amplificato l'oppressione burocratica e amministrativa, una delle cause della lenta crescita italiana e della scarsa competitività del nostro sistema. Abolirle significherebbe, quindi, non solo un risparmio in termini economici direttI, ma soprattutto una riduzione del personale politico presente nel nostro Paese e una più efficiente e snella struttura burocratico-amministrativa. Dobbiamo quindi smettere di parlare di abolire le Province, nel programma elettorale di Forza Italia del 1994 già se ne parlava. Dobbiamo agire. Cancellandole. *Deputato Pdl, presidente commissione Trasporti

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