Bossi: "C'è una sola Lega, nessuno faccia confusione"

Qualcuno, dopo il voto per l'arresto di Alfonso Papa, ha scritto e detto che «ci sono più Leghe, una risponde a Bossi e una risponde a Maroni: la Lega è sempre stata una e ha sempre dato una parola sola». Aveva già terminato il suo intervento alla festa del movimento a Soncino, quando Umberto Bossi ha ripreso in mano il microfono per rispondere a chi ha descritto una Lega non più saldamente nella sue mani. Ed è andato anche oltre, completando il discorso che stava pronunciando il segretario lombardo Giancarlo Giorgetti: «Il problema non è che salvi un delinquente - ha scandito il ministro delle Riforme - il problema è di dare un'immagine comprensibile alla gente, la Lega deve avere sempre una sola parola, non dieci, senno si crea solo confusione. Occhio che mi potrei incazzare». Nessun nome, nessun ultimatum, più un rapido sfogo quello di Bossi, che questa sera al suo arrivo ha voluto subito salutare con i militanti cremonesi l'apertura delle sedi distaccate dei ministeri a Monza. Poi ha assicurato che l'iter del disegno di legge per l'istituzione del Senato federale e il dimezzamento dei parlamentari sarà spedito, iniziando una lunga tirata d'orecchie alla stampa. «Il provvedimento non dovrà più tornare in Consiglio dei ministri, lo dico ai giornalisti - ha sostenuto Bossi -. È passato con una formula per la quale i singoli ministri interessati possono trovarsi a modificare qualcosa, ma non deve passare più al Consiglio dei ministri». Su quest'ultimo punto, a giudizio del Senatur, i giornali hanno creato confusione tanto da fargli ammettere di non leggere «fortunatamente» quanto scrive la stampa. Prima di scendere dal palco il leader della Lega è tornato a parlare dell'adozione dell'euro come di un errore storico. Con i giornalisti, prima della cena sotto il classico tendone bianco, Bossi ha avuto solo il tempo di due battute veloci, indossando sempre gli occhiali da solo che lo proteggono dopo l'intervento agli occhi. Ci sarà un rimpasto di governo prima della pausa estiva? «Facci andare in vacanza, lascia stare il rimpasto». E il nodo del nuovo ministro della Giustizia? «Non lo so, li è Berlusconi che decide».