Rush finale sul debito Mercati in attesa
LeonardoVentura Rush finale per raggiungere un accordo sull'aumento del tetto del debito statunitense. Il leader dei democratici in Senato, Harry Reid, ha messo a punto una sua proposta che prevede tagli per 2.400 miliardi di dollari in dieci anni e un aumento del tetto del debito della stessa entità. Reid non avrebbe ancora proposto il piano né alla Casa Bianca né al leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell: infatti, intende valutare prima le reazioni dei democratici del Senato che potrebbe chiamare uno a uno nelle prossime ore. Il percorso è in salita, con la Casa Bianca che ritiene inaccettabile il piano avanzato dallo speaker della Camera, John Boehner: un aumento del tetto immediato ma limitato e 1.000 miliardi di dollari di tagli. A seguire un ulteriore aumento nel 2012 dopo che una commissione apposita avrà valutato gli altri tagli da effettuare. «Non ha senso, non è un punto di partenza» afferma categorico il segretario al Tesoro, Timothy Geithner, secondo il quale l'aumento del limite legale del debito deve essere lasciato fuori dalla politica. Il presidente Barack Obama potrebbe opporre il proprio veto a un piano di aumento del debito che non copra i bisogni finanziari degli Stati Uniti fino al 2013, dopo le elezioni presidenziali, mette in guardia il capo dello staff della Casa Bianca, William Daley. L'accordo sull'aumento del tetto del debito deve essere un processo in due fasi: «non è possibile farlo in una» afferma Boehner che è pronto ad andare avanti con il piano dei repubblicani se un accordo bipartisan non può essere raggiunto. La scadenza del 2 agosto si avvicina e i mercati che guardano con attenzione agli sviluppi delle negoziazioni, non prevedono un default ma iniziano a preparasi al peggio. La Cina, maggiore creditore estero degli Stati Uniti, segue in silenzio: la posta in gioco è alta e ogni commento potrebbe avere un effetto negativo e alimentare le critiche interne, secondo le quali Pechino avrebbe accumulato troppi asset denominati in dollari, creando una «trappola del dollaro». L'amministrazione Obama resta fiduciosa: un default è impensabile - evidenzia Geithner -. L'importante è scongiurare la minaccia di default per i prossimi 18 mesi. L'economia è debole e un default avrebbe effetti catastrofici». Un impatto «devastante» lo avrebbe anche il piano dei repubblicani.