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La casta dei protetti

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Le auto blu tra i privilegi dei politici italiani: oggi sulle nostre strade se ne contano 629.120

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Le scorte ai vip sono diventate la numerologia dello scandalo, quasi la versione aritmetica della cattiva gestione delle forze dell'ordine che placa la vanità del potere. Solo a Roma mille poliziotti sono destinati ai servizi di protezione e sottratti al controllo del territorio che langue. Il consigliere comunale di Amore per Roma, Gilberto Casciani, parla di un totale di 3500 persone impegnate con una spesa di 220 milioni di euro. Il sindacato Silp/Cgil lamenta «quattrocento auto che ogni giorno girano a Roma per far da scorta alla cosiddetta "casta" e solo 50 volanti controllano città e provincia». L'estremo disagio, la ciliegina amara, lo tocca la voce forte tra i sindacati di polizia, la Consap, per bocca del segretario generale Giorgio Innocenzi: il ministero dell'Interno ha comandato in Questura «trenta operatori su circa 150 andati via dalla Questura capitolina dal primo gennaio a oggi». La morale si può riassumere: si fa molto per garantire la sicurezza di corte e palazzi e si spende quasi niente e si risparmia sempre di più per quella dei cittadini. Un divario che ha tolto terreno sotto i piedi al sindaco di Roma Gianni Alemanno, spingendo alle corde anche il mite prefetto della capitale Giuseppe Pecoraro. La loro parola d'ordine è «cambiare»: la gestione di uomini e mezzi, il criterio di assegnazione delle scorte.  «L'Italia è un caso unico - spiega il segretario Consap Giorgio Innocenzi - Negli altri paesi europei i numeri delle scorte sono decisamente inferiori. Sono la metà in Spagna e Gran Bretagna, lo stesso in Francia, addirittura arrivano a tre quarti in meno in Germania. Il problema è che da noi le scorte rappresentano non solo una esigenza di sicurezza da parte dell'interessato, ma coincidono pure con lo stato sociale. Chi ce l'ha è importante. Chiaramente non tutti sono uguali. Ma non basta aver ricevuto un biglietto di minacce per essere definiti personalità nel mirino di malintenzionati. I servizi vanno decisi con scrupolo e severità. La richiesta arriva al direttore dell'Ucis, il prefetto Alberto Pazzanese. Vengono raccolte informazioni, valutate e scritte nella scheda che poi finisce al prefetto Pecoraro per la decisione finale». Sono sotto scorta parlamentari indagati, ex ministri di Giustizia, personaggi dello spettacolo. E non si parla di un uomo solo che deve fare da ombra pronta a diventare carne, ossa e piombo in caso di pericolo. «Ci sono personaggi - continua Innocenzi - che arrivano fino a dodici persone di scorta. Sono operatori che il ministero ha formato per anni, sono degli specialisti, anche tiratori scelti. Le cifre - ragiona - si calcolano in fretta, anche se approsimative. Lo stipendio di un poliziotto è di duemila euro, 500 di straordinario, più servizi e missioni e si arriva a 3.500 euro netti. Un'auto blindata può costare anche 90 mila euro. La manutenzione è particolare, la fanno solo certe ditte. Si moltiplica per il numero delle scorte e altro se si pagherebbe un Commissariato di polizia». Il segretario romano del Silp Cgil, Gianni Ciotti, è andato oltre: «Per assicurare la sicurezza di un intero municipio di Roma di circa 240 mila abitanti (come il Casilino) si spende meno: circa 350 mila euro per impiegare 110 uomini, pagare gli straordinari e affittare lo stabile. Questa è un'indecenza». Il questore di Roma Francesco Tagliente ce la sta mettendo tutta per mantenere il carro sulla retta via. Ma le polemiche lo strattonano: chi vuole risparmiare tira da un lato, chi chiede fondi dall'altro. E pare che Tagliente al Viminale abbia già arricciato il naso. «Noi apprezziamo i suoi sforzi - conclude Innocenzi - ma il personale è stanco, la situazione è diventata davvero insostenibile».

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