"Democratici? No, totalitaristi"
L'antipolitica esiste. E l'impressione è che dopo il caso Papa abbia conquistato il Palazzo. Quagliariello, vicepresidente dei senatori Pdl, non ci sta. «Servono risposte urgenti, intendiamoci - spiega - ma non credo che la soluzione sia assecondare la piazza». Senatore Quagliariello dopo 27 anni la Camera autorizza la custodia preventiva di un deputato. Cosa sta succedendo? «Nei due rami del parlamento ieri (mercoledì, ndr) si sono determinate due situazioni diverse. Alla Camera è prevalso un sentimento di deriva populista, che ha assecondato l'antipolitica in modo acritico. Al Senato siamo riusciti a difendere le istituzioni e il garantismo». Il risultato adesso è che Papa è in galera e Tedesco no. Ha vinto il Pd? «Assolutamente no. Al Senato è andato in onda uno spezzone di Stalinismo puro. Il senatore Tedesco in sostanza ha detto: "Io sono innocente. Però devo cedere allo spirito dei tempi e mi devo fare arrestare". E il suo partito ha applaudito. È pazzesco. In più ha aggiunto: "Arrestatemi con voto palese, perché le mie prerogative da parlamentare e i miei diritti di cittadino, anche se sono innocente, non meritano quella forma di riservatezza cui si deve accedere quando ogni parlamentare è chiamato a rispondere secondo coscienza". Siamo a un passo dal totalitarismo». Il Pdl ha votato contro l'arresto di entrambi... «Il "voto incrociato" ha dimostrato come ieri abbiamo servito dei principi e non difeso delle persone. Cosa sarebbe successo se nel Senato di Romano Prodi che si reggeva per un solo voto, un pm di centrodestra avesse chiesto l'arresto preventivo di un senatore della Sinistra?» L'antipolitica avanza. Come resistere? «Chi rappresenta le Istituzioni a volte ha il dovere di andare controcorrente. Di fare delle scelte impopolari. Assecondando in modo acritico il sentimento della piazza cadono le democrazie. Le prerogative parlamentari non costituiscono una difesa a priori. Non sono garanzia di impunità. Non sono privilegi: sono state introdotte per tenere in equilibrio il potere giudiziario e quello politico. Ogni ulteriore passo indietro lo comprometterebbe». La Lega ha votato a favore dell'arresto assecondando la piazza. Il governo è in pericolo? «Ascoltare e cavalcare i malumori della gente è sempre stato nel dna del Carroccio. Il voto su Papa in teoria non ha nulla a che vedere con l'attività del governo. Ecco perché andava garantito - e così non è stato - il voto segreto». Napolitano ha ripetuto il suo no allo scontro tra politica e toghe. E non ha risparmiato critiche ai magistrati... «Le parole del presidente vanno sempre rispettate anche se non le si condivide. Non tutti lo fanno. Io apprezzo e condivido quanto detto sulla magistratura. La sua critica rivolta al magistrato che si propone per incarichi politici nella sede in cui svolge la sua attività ricalca una nostra proposta di legge. Sfido la Sinistra: è una legge semplicissima, al Senato può essere approvata in pochissimo tempo». Eppure Fini dice che non ci sono le condizioni per nuovi momenti di coesione, gli stessi che hanno garantito l'approvazione della manovra... «La manovra è stata approvata perché il governo si è assunto le proprie responsabilità e l'opposizione si è comportata da "governo in attesa" mettendo al primo posto il bene del Paese. Funziona così in tutte le democrazie mature. Perché in Italia questo deve avvenire solo nei momenti d'emergenza? Si dovrebbe dire il contrario. Il presidente della Camera dovrebbe dire il contrario».