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Berlusconi prende tempo sulla Giustizia

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (S) parla con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

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Dire che sia andato tutto male forse è esagerato. Ma certamente l'incontro tra il presidente della Repubblica e quello del Consiglio, ieri quasi ad ora di pranzo, non è stato dei migliori. Il nodo è quello che riguarda il ministero della Giustizia. Angelino Alfano non vede l'ora di dimettersi per occuparsi esclusivamente del partito. E ha già convocato i coordinatori regionali per riorganizzare le strutture. Non c'è molto tempo a disposizione visto che bisogna prepararsi anche per le eventuali elezioni già nel 2012. Berlusconi invece traccheggia. La situazione è molto complessa, forse un rimpasto più ampio che lo coinvolgerebbe, in bilico c'è anche il ministero delle Politiche Agricole. Contro l'attuale titolare del dicastero c'è una mozione di sfiducia dell'opposizione e la Lega ha forse le difficoltà maggiori a salvare un ministro democristiano, siciliano e per giunta indagato per mafia. Non si tratta di un veto sulla persona. Anzi, i rapporti sono ottimi al punto che Romano ha prontamente rimosso il presidente dell'Agea, il leghista Fruscio ripudiato dal Carroccio perché ha passato a Equitalia le cartelle esattoriali degli allevatori che avevano infranto le quote latte. Il punto casomai è farsi comprendere dalla propria base sempre più insoddisfatta e sempre più forcaiola. Ne potrebbe così fare le spese il regista del gruppo dei Responsabili, colui che staccandosi dall'Udc portò in dote anche cinque deputati avviando il salvataggio del 14 dicembre. Se salta Romano potrebbe essere necessario un vero e proprio rimpasto ampio e forse tocca immaginare anche un nuovo governo con un nuovo premier. Forse. Di sicuro Berlusconi sale al Quirinale e prende tempo. Spiega al Capo dello Stato che in realtà Alfano ha intenzione di dimettersi e che egli stesso, il premier, assumerà l'interim e nominerà il sostituto Guardasigilli solo dopo l'estate. Napolitano non ci sta. Il titolare di via Arenula deve essere a tempo pieno e non è possibile che lo faccia qualcuno nei ritagli di tempo. Per giunta, nel pieno di una riforma in corso d'opera. Di fronte alle obiezioni, il premier allora ha fatto sapere che i nomi disponibili sono due o tre (Francesco Nitto Palma, Donato Bruno, Anna Maria Bernini) ma la soluzione che preferisce è nominare Renato Brunetta. Al Quirinale la considerano una provocazione. È sempre quel ministro che propose nell'ottobre 2008: «I magistrati, molti magistrati lavorano solo 2-3 giorni a settimane, 2-3 pomeriggi a settimana e poi stanno a casa. Ecco vorrei mettere i tornelli anche per i magistrati. Io l'ho già fatto a Palazzo Chigi, nel mio ministero e vorrei farlo per tutta la pubblica amministrazione, quindi magistratura compresa». Dopo la bocciatura del lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale attaccò l'Associazione nazionale magistrati che definì un «mostro» capace di «contaminare» il Csm. Insomma, Napolitano non gradisce. Il Cavaliere comprende e diplomaticamente fa sapere che ne parlerà con gli alleati. Alleati leghisti che il premier ha incontrato ieri sera in un vertice ad Arcore. Dopo tre ore di colloquio il Carroccio ha messo i "paletti": «no» al decreto rifiuti e un nuovo posto da ministro per le Politiche Europee. Resta l'incertezza sul voto leghista riguardo all'arresto di Alfonso Papa. Altra questione è la Manovra. Mentre i due si incontrano la Borsa va giù. Si parla già di un nuovo decreto di circa 16 miliardi da approvare a fine luglio o inizio agosto (e convertire poi) di modo da andare in vacanza con un nuovo segnale ai mercati. Ma per il momento non se ne fa nulla. Prima bisogna varare un provvedimento anti-casta. La protesta sta montando e rischia di travolgere anche il Colle.

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