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Ancora scontro fra Pdl e leghisti Castelli: «No» alla missione in Libia

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Perora tutti nella maggioranza gettano acqua sulla improvvisa tensione esplosa mercoledì mattina in aula a Palazzo Madama che ha portato al rinvio del voto sul dl. L'opposizione parla invece di un governo alla sbando, senza politica estera invitando Roberto Castelli a dimettersi dalla carica di vice ministro delle Infrastrutture. La convergenza tra la riserva «personale» di Castelli, nettamente contrario alla missione in Libia, e il voltafaccia del governo all'intesa raggiunta mercoledì notte in Senato sui 17 milioni di euro da impegnare, sotto la voce cooperazione, nelle aeree di nostro intervento militare, ha fatto subito pensare male alle opposizioni. Si tagliano i soldi necessari a dare la giusta cornice all'azione di pace dei nostri soldati; si annunciano riserve «personali» che, in politica estera, non sono tollerabili. È stato proprio il voltafaccia sulla cooperazione nelle aree di intervento a far saltare il banco con la richiesta, in apertura di seduta di ieri, di chiarimenti al governo e, poco dopo, la proposta avanzata dal Presidente di turno dell'Assemblea, Vannino Chiti, di cercare quelle ampie convergenze che tali decisioni debbono giustamente raccogliere rinviando. Insomma un tentativo di ridiscutere quello che il governo aveva cassato. Da ciò la proposta di rinviare l'esame degli emendamenti e il voto a martedì prossimo, dopo un ulteriore passaggio chiarificatore in commissione Difesa.

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