Spread, Euribor, oro i termometri dei mercati

Nonbasta guardare la chiusura della Borsa, confrontare l'andamento di Piazza Affari con quello dei principali mercati, da Wall Street a Tokyo,per avere un'idea di come agiscono i grandi operatori finanziari e degli scenari che si prospettano per gli investitori. Un rialzo come quello di ieri che segue a un'apertura di settimana da cardiopalma, non deve indurre a tirare un sospiro di sollievo. Le perdite di lunedì non sono state assorbite e rimane il clima d'incertezza che da tre settimane sta stringendo Piazza Affari. Il risultato positivo di ieri è frutto della consueta ricopertura che segue a momenti di forte ribasso. Quali sono quindi i fattori da tenere sotto osservazione per fare una valutazione della situazione complessiva? Innanzitutto il mercato obbligazionario. Lo spread Bund-Btp può essere considerato come uno degli elementi più importanti per gli investitori. Si tratta essenzialmente del differenziale di rendimento tra il Bund tedesco, appunto e il nostro Buono del Tesoro Poliennale, dunque due titoli di stato che presentano entrambi una scadenza a dieci anni. L'importanza di tale strumento risiede in particolare nella possibilità di valutare il momento in cui un determinato evento, come ad esempio un rischio di default, sta per riversarsi sui mercati. Un tipico comportamento dello spread è il seguente: quando quest'ultimo tende, per così dire, ad allargarsi e ad aumentare, questo è il chiaro segnale che sul mercato in questione sono tornati ad aleggiare i timori degli investitori internazionali. Il Bund è considerato un vero benchmark di riferimento per valutare le tendenze dei mercati più a rischio. Le gravi condizioni finanziarie della Grecia hanno portato alla ribalta il cosiddetto «fly to quality», vale a dire la vendite di obbligazioni meno sicure a favore dei titoli governativi più robusti. Altri indicatori sono i Credit default swap, i derivati che immunizzano dall'insolvenza di un emittente. Il Cds viene spesso utilizzato con la funzione di polizza assicurativa o copertura per il sottoscrittore di un'obbligazione. Ieri i Cds sull'Italia, scambiati sulla piattaforma Markit, hanno registrato un prezzo di 314 punti base, cinque in meno della chiusura di lunedì. Questo potrebbe essere un elemento rassicurante ma non al punto da far abbassare la guardia. Poi c'è l'Euribor, che è un tasso interbancario, vale a dire il tasso di interesse al quale le banche prestano denaro ad altre banche. L'Euribor a tre mesi rappresenta la base di riferimento per i mutui a tasso variabile. Dopo i risultati degli stress test condotti venerdì scorso sulle banche europee, l'Euribor è rimasto stabile al tasso di 1,608%. Ma è soprattutto l'andamento del prezzo dell'oro che dà la misura esatta del sentiment degli investitori. In questo periodo con i debiti sovrani in sofferenza e la scarsa fiducia degli investitori verso la capacità della politica comunitaria di eleborare una ricetta per affrontare di petto la crisi greca e la speculazione su Paesi deboli dell'Eurozona, l'oro si conferma come il bene rifugio per eccellenza. Lo dimostrano le quotazioni al rialzo di questi giorni. Secondo gli operatori potrebbe arrivare fino a 1.700 dollari l'oncia entro settembre. L.D.P.