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Papa-Tedesco incroci pericolosi

Alfonso Papa

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Si vota su Papa. Con il fiato sospeso. Dice Amedeo Laboccetta, un deputato Pdl che oggi prenderà la parola per esprimersi contro l'arresto di Papa: «Un pronostico? 1, X, 2». Ma il clima nel Pdl appare più sereno. La Lega ha annunciato pubblicamente che è per l'arresto ma lascia libertà di coscienza e non chiederà il voto segreto. Nel segreto dell'urna però anche nella Lega non ci dovrebbero essere dubbi, i commissari del Carroccio che hanno seguito il dossier hanno fatto sapere che non ci sono i presupposti della custodia cautelare. Nel segreto dell'urna comunque un aiutino dovrebbe arrivare anche da qualche centrista e soprattutto dal Pd. Quasi contemporaneamente, infatti, al Senato (forse si voterà poco prima a palazzo Madama) si deciderà la sorte del democratico Alberto Tedesco. Dunque, se Papa dovesse salvarsi, la situazione sembra complicarsi per Marco Milanese. Anche per l'ex collaboratore di Tremonti pende una richiesta di arresto e sta per iniziare l'iter dell'istanza nella Giunta per le autorizzazioni a procedere. E i leghisti si sono chiamati fuori. E anche i big del Pdl nell'organismo presieduto da Castagnetti, come Maurizio Paniz ed Enrico Costa, hanno fatto un passo indietro. L'«avvocato difensore» di Milanese sarà Fabio Gava, una quarta fila. Non si mette bene per l'ex braccio destro del ministro dell'Economia tanto che di primo pomeriggio diffonde una nota con la quale tende una mano: la Procura di Napoli - che ne ha richiesto l'arresto per tangenti in cambio di incarichi in enti pubblici e rivelazione di segreto - vuole controllare i suoi tabulati telefonici? «La Camera dica sì, celermente». La Procura vuole controllare alcune sue cassette di sicurezza? «La Camera dica sì, celermente». La maggioranza comunque non tiene. Ieri è andata sotto, per la decisione della Lega di chiamarsi fuori, sul decreto rifiuti per salvare Napoli dall'ennesima crisi. Comunque finirà, il Pdl non può rimanere ancora altro tempo sulla graticola. Tra inciampi parlamentari, richieste di arresto, nuove indagini dei pm e altre intercettazioni. È necessario, ormai urgente, dare una svolta vera. E per oggi il nuovo (per la verità non più nuovo: dalla sua nomina effettiva sono passate tre settimane senza grandi novità) segretario politico Angelino Alfano ha convocato i coordinatori regionali. Alfano vorrelbe annunciare l'apertura della nuova fase: congressi cittadini e primarie per eleggere i nuovi coordinatori. Insomma, la parola d'ordine è spalancare le porte, fare entrare nuove facce e nuove energie, fare fuori il partito delle tessere e far contare di più la base. Riuscirà a farlo? Difficile ma non impossibile. Un'ipotesi di questo tipo per esempio potrebbe piacere agli ex An ma non a quelli di Liberamente. Alfano vedrà per questo oggi di buon mattino i due capigruppo Fabrizio Cicchito e Maurizio Gasparri alla Camera. Poi si vedrà. Cosa si vedrà? quel che è certo è che il segretario del Pdl ieri ha messo piede per la prima volta al partito da quando è stato eletto. Ha preso possesso dell'intero quarto piano di via dell'Umiltà sfrattando i dipartimenti Pari Opportunità (Saltamartini e Lorenzin), Tesseramento (Fontana e Biava) e il Servizio elettorale (Abbrignani). E ha lasciato che i tre coordinatori continuassero a gestire le loro stanze al quinto piano: anche questo ha il suo piccolo significato. Adesso vorrebbe, il buon Angelino, occuparsi a tempo pieno del Pdl. Lasciando così il ministero della Giustizia. Ma Berlusconi frena. Per questo, in serata (alle 19, dopo le votazioni su Papa), tutti andranno a palazzo Grazioli a chiedere al premier di fare presto, di liberare il dicastero in modo da aprire il capitolo «rilancio» per il Pdl.

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