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Stretta sui ticket. Nel Lazio si paga

Un corridoio di ospedale

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Le Regioni italiane si attrezzano per evitare che la mannaia dei ticket sanitari introdotti dal Governo con la manovra svuotino le tasche già vessate dei cittadini. Sei di queste (sabato erano sette) hanno deciso il congelamento del balzello dei 10 euro aggiuntivi per le visite specialistiche e dei 25 euro per il codice bianco al pronto soccorso. A frenare l'applicazione sono per ora Veneto, Marche, Umbria, Piemonte, Campania e Friuli Venezia Giulia. Nulla da fare per ora nel Lazio dove, pur avviando valutazioni, la Regione non sembra avere margini finanziari per rinunciare agli aumenti tariffari. Anzi proprio per contrastare la tendenza a tramutare il codice bianco in verde (non a pagamento) è prevista una stretta sui controlli. Oggi però il sistema sanitario laziale registrerà probabilmente il suo momento di pressione più forte. Anche se l'aumento di 10 euro sulle visite specialistiche e diagnostiche sarà attivo da oggi, la Asp-Laziosanità ieri non aveva ancora avuto nessuna disposizione per intervenire sul sistema informatico e aggiornare i pagamenti. Lo stesso presidente della Regione Lazio ha sottolineato che «in questo momento il cittadino deve pagarlo». Ma sulle modalità organizzative sui nuovi pagamenti, negli ospedali la situazione è ancora di incertezza. La stangata partirà oggi oltre che nel Lazio anche in Liguria, Lombardia, Calabria, Sicilia e in Basilicata (unica Regione che non aveva in vigore ancora il ticket sui codici bianchi al pronto soccorso). In queste Regioni i cittadini che avranno prenotato per oggi le visite specialistiche dallo specialista (cardiologo, neurologo ortopedico) o diagnostiche (per rx, tac, ecografie, elettrocardiogramma) vedranno maggiorato il pagamento della prestazione di 10 euro. ABRUZZO, Dieci euro in più per la diagnostica Non cambia molto per l'Abruzzo, regione "canaglia", l'approvazione della manovra che reintroduce i ticket sulle prestazioni di pronto soccorso. Già dal 2007, infatti, i "codici bianchi" pagano il ticket di 25 euro in base a quanto stabilito dal piano di rientro dal deficit della sanità che la Regione ha presentato, all'epoca, al Governo. In compenso da oggi viene reintrodotto il ticket di dieci euro per le prestazioni specialistiche. A Pescara, ieri pomeriggio, c'era scarso movimento al pronto soccorso. «Personalmente - ha detto una signora che accompagnava un bambino con un braccio rotto - non ho mai pagato. Forse perché tutte le volte che mi sono rivolta all'ospedale è stato per motivi più o meno gravi, come quando a mio figlio venne una violenta crisi di asma oppure quando si ruppe l'altro braccio cadendo. Ricordo che la prima volta ci assegnarono un codice rosso, la seconda giallo». La ricomparsa del ticket sulla specialistica ambulatoriale, però, farà discutere. Il balzello è stato introdotto sempre nel 2007 in base al famigerato piano di rientro costato davvero lacrime e sangue alla sanità abruzzese. Poi, nel 2009, il presidente Gianni Chiodi aveva deciso di sospenderlo. Da oggi chi non rientra nei regimi di esenzione dovrà rassegnarsi e prepararsi a pagare per una visita specialistica. di Angela Baglioni SAN GIOVANNI ADDOLORATA "Day hospital" con soli 25 euro Pronto Soccorso deserto al San Giovanni. Fino alle 18 di ieri gli accessi non gravi si contavano sulle dita di una mano. «Colpa» del ticket, 25 euro, introdotto per i codici bianchi? No, in teoria, avendolo il Lazio reso obbligatorio già nel 2007. «E allora sarà merito del sole - buttano là medici e infermieri - in estate di domenica è sempre così, la gente si sposta al mare». Fino al tardo pomeriggio di ieri, un solo codice bianco: «Pago - allarga le braccia Luigi - non che sia giusto, ma sarei disposto a spendere anche 50 euro perché sulla salute nessuno guarda al portafogli. Se una visita serve a far star tranquilla la mia ragazza, pensiamo che abbia un'allergia a un polline, questo e altro». Quanto agli operatori, sembrano scettici rispetto ai benefici che il «balzello» dovrebbe portare con sé in termini di risparmio e operatività della struttura: «Parlano i numeri - spiegano due operatori - dal 2007 i codici bianchi non sono diminuiti. Al giorno d'oggi, con tutte queste denunce che ci piovono addosso, prima di dimettere qualcuno gli facciamo tutti gli esami possibili. Il paziente lo sa, per questo è anche disposto ad aspettare tante ore, non avendo la precedenza sui casi più gravi, e pagare 25 euro: gli facciamo un controllo praticamente completo e conviene anche in termini di tempo perché in un giorno fa tutto senza aspettare prenotazioni per le visite e risultati degli esami». di Erica Dellapasqua G.B. GRASSI DI OSTIA Il codice è "segreto". Lo scopri solo a casa Codice segreto all'ospedale G.B. Grassi di Ostia, sul litorale romano. Nel caldo pomeriggio domenicale la sala d'attesa del pronto soccorso è affollatissima. Nessuno dei presenti, però, è a conoscenza di quale codice d'accesso gli sia stato assegnato. Un'informazione fondamentale per conoscere i tempi d'attesa e per sapere se la prestazione medica sarà a pagamento oppure no. Un cartello sul vetro del gabbiotto d'accettazione, infatti, informa che dal 2007 i pazienti ai quali verrà assegnato un codice bianco saranno tenuti a sostenere una spesa di 25 euro. Da un rapido sondaggio però, si capisce subito che un avviso non basta. «C'è scritto ma non l'avevo letto - ammette Paolo, un sessantenne in sala d'attesa – Quando si è qui vuol dire che si sta male, sarebbe più onesto comunicare queste informazioni a voce». Anche le modalità di pagamento lasciano qualche dubbio. «Lo scorso anno avevo dei dolori addominali e mi hanno assegnato un codice bianco senza dirmi che avrei dovuto pagare - accusa Claudia, studentessa universitaria – L'ho scoperto quando mi è arrivato a casa un bollettino postale». Nel tardo pomeriggio il totale dei codici bianchi in tutta la giornata è due. Un infermiere, che preferisce rimanere anonimo, spazza via ogni dubbio. «È vero, c'è la tendenza ad assegnare un codice verde (che permetterà di usufruire della prestazione gratuitamente) anche a chi, invece, dovrebbe averlo bianco». di Massimiliano Vitelli SAN CAMILLO Bianco o verde? Lo decide il paziente L'assegnazione del codice bianco? Solo in parte una scelta del personale medico. Che tra protocolli rigidissimi e persone che riferiscono dolori lancinanti, è spesso costretto a «promuovere» a codice verde un buon numero di pazienti. Così, l'effetto decongestionante del ticket sui codici bianchi, che avrebbe dovuto allontanare dalle sale del pronto soccorso i casi valutati come di bassa gravità, curabili il giorno dopo dal medico di base, è durato poco. «Con l'introduzione del ticket, soprattutto nei primi tempi, il pronto soccorso un po' si era svuotato», spiega Francesco, medico al San Camillo. Ma non è sempre possibile assegnare un codice bianco. «La discrezionalità del personale medico», dice Alessandro, 24 anni, operatore sanitario, «è stata sostituita dai protocolli. Si fa l'esame obiettivo, ma poi si deve tenere in considerazione quanto ti dice il paziente. Se riferisce un dolore lancinante, mai sentito prima, lo devi segnalare come codice verde». Anche perché potrebbe farti causa. «Uno stimato professionista di qui è stato citato da un paziente per "stress psico-emotivo"». E così, il ticket non riesce ad alleggerire i pronto soccorso dal peso di chi ne abusa. «In linea di principio l'idea dietro al ticket è giusta, il pronto soccorso serve per le urgenze», dice ancora Alessandro. «Ma non so se l'introduzione abbia effettivamente funzionato nel ridurre l'intasamento o nel far cassa». di Valerio Maccari.  

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