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Oggi in Borsa è il giorno della verità

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Borsa, broker al lavoro nella sala operativa di una banca milanese

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L'impressione è quella che si ha all'inizio delle montagne russe quando ci si sale per la prima volta. Il vagone sale con una certa regolarità ma non si conosce quale sarà la pendenza della discesa fino a che non si arriva al primo picco. Con questo stato d'animo i mercati finanziari, quelli italiani soprattutto, si presentano alla riapertura. Quella di oggi è infatti una giornata particolare. Dopo una settimana carica di tensioni, di crolli e di mini rimbalzi, si attende di capire quale sarà la direzione che prenderà il mercato. Anche perché sulle future evoluzioni il risultato di oggi avrà sicuramente un'influenza. Si parte da due dati positivi. Gli stress test sulle banche europee, superati da quelle italiane, comunicati venerdì scorso quando le Borse erano ormai chiuse. Il secondo è il provvedimento di correzione dei conti pubblici approvato a razzo dal Parlamento e già in Gazzetta Ufficiale da ieri. Un segnale di coesione politica non indifferente per la speculazione che ha attaccato l'Italia esattamente nel momento nel quale maggiori sono state le fibrillazioni nel governo proprio sui contenuti della manovra. Le attese sono comunque per una fase attendista. Gli occhi sono puntati ancora su Grecia, Spagna e Italia soprattutto per quanto riguarda lo spread, la differenza, tra i rendimenti dei loro titoli di Stato e quelli di riferimento in Europa: i Bund tedeschi. Nella fase più acuta della crisi e cioè a cavallo tra giovedì e venerdì scorso lo spread tra i Btp italiani e quello degli omologhi di Berlino è arrivato quasi a 350 punti base, il 3,5% in più. Oggi però secondo quanto spiegano alcuni operatori non ci dovrebbero essere strappi verso il basso o verso l'alto. «I grandi fondi speculativi, gli hedge fund, hanno la pancia gonfia» spiegano a Il Tempo aggiungendo «hanno guadagnato molto nei giorni scorsi, per ora si fermeranno in attesa di nuove abbuffate». Questi i presupposti della partenza. Ma è chiaro che con i mercati così volatili ogni congettura rischia di essere smentita. Posto che la politica italiana trovi una sua stabilizzazione (esempio è l'invito di Napolitano a «ogni possibile condivisione» per far fronte nel merito alla crisi economica) l'unico originatore di tensioni speculative potrebbe arrivare all'andamento dell'euro. La moneta unica potrebbe infatti scendere sotto la soglia di 1,40 euro per l'apprezzamento del dollaro nel caso che l'accordo negli Usa tra repubblicani e democratici sul tetto al deficit federale dovesse arrivare in settimana. La frattura del sistema determinata dal deprezzamento indotto dell'euro potrebbe essere la nuova onda che gli speculatori cavalcherebbero.

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