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La Regione cerca soluzioni anti aumenti

La presidente della Regione Lazio Renata Polverini

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Il dottore ha detto che devi... pagare. Per ora, almeno, è così. Questo, in soldoni, il messaggio che viene dalla governatrice del Lazio nei panni di commissario straordinario alla Sanità sui nuovi balzelli introdotti dalla manovra Finanziaria del governo. Renata Polverini, in visita ieri mattina all'ospedale San Camillo Forlanini, dove ha partecipato alla celebrazione eucaristica officiata dal cardinal Vallini e a una visita nei reparti di pediatria e chirurgia, ha ricordato che «nel Lazio il ticket sui codici bianchi già si paga. Fu introdotto dalla Giunta Marrazzo - ha sottolineato -. Quindi per la nostra Regione non è una novità». «Per le casse regionali - ha spiegato - i ticket valgono 35 milioni di euro». Una cifra importante, se consideriamo che la Regione deve affrontare ogni mese il piano di rientro del debito sanitario. Una spada di Damocle da 10 miliardi di euro che costringe le casse della Pisana a trasferire allo Stato, ogni anno e fino al 2030, 320 milioni. Per questo «non è automatico - ha aggiunto - che una Regione possa evitare i ticket, pur trovando le risorse. I nostri uffici stanno lavorando con attenzione per cercare una soluzione e dare risposte all'aumento di 10 euro sulle visite specialistiche che comunque, in questo momento, il cittadino deve pagare». E mentre parte dell'opposizione, con l'Italia dei Valori in prima linea, chiede alla governatrice di seguire l'esempio delle altre Regioni che hanno già detto «no» all'introduzione del ticket annunciando tagli ad altre voci di bilancio o interventi alternativi, il capogruppo regionale del Pd Esterino Montino dà notizia dell'introduzione di un superticket a cui starebbero lavorando gli uomini di Renata: «Endoscopia con microcamera costerà 600 euro. Quest'esame è stato ammesso al rimborso nel 2004 dalla Giunta Storace. In altre regioni è interamente rimborsato, da noi si pagherà». Dall'assessorato alla Salute smentiscono: «Ipotesi prive di fondamento». In difesa della governatrice e del ticket è sceso ieri in campo il coordinatore dei socialisti riformisti del Pdl Donato Robilotta: «Con le opportune e giuste esenzioni, può essere un valido deterrente all'eccessiva spesa sanitaria. Più che sul pagamento dei codici bianchi (il cui valore annuo nel Lazio è un milione e 250mila euro, ndr), bisognerebbe applicarlo ai codici verdi». La proposta provocatoria di Robilotta centra il problema. Dal 2007, anno di introduzione del pagamento dei codici bianchi, sono infatti aumentati i verdi. Il viaggio nei pronto soccorso della Capitale pubblicato in questa pagina racconta come il confine tra un bianco e un verde sia così labile da incentivare il salto da una prestazione a pagamento ad una gratuita. Si cerca intanto di fare chiarezza sulla morte di Giorgio Manni, muratore di 51 anni ai domiciliari per droga, deceduto venerdì al Policlinico Tor Vergata dopo essere stato rifiutato da quattro ospedali della provincia di Roma: Subiaco, Tivoli e Umberto I. Del caso si occuperà la commissione di indagine voluta dalla Polverini e l'istruttoria disposta dal presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, Ignazio Marino. Una morte che non poteva che riaccendere lo scontro con l'opposizione sulla chiusura di alcuni ospedali voluti dalla Regione, tra cui proprio quello di Subiaco.

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