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Il codice è «segreto» Lo scopri solo a casa

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Grassidi Ostia, sul litorale romano. Nel caldo pomeriggio domenicale la sala d'attesa del pronto soccorso è affollatissima. Nessuno dei presenti, però, è a conoscenza di quale codice d'accesso gli sia stato assegnato. Un'informazione fondamentale per conoscere i tempi d'attesa e per sapere se la prestazione medica sarà a pagamento oppure no. Un cartello sul vetro del gabbiotto d'accettazione, infatti, informa che dal 2007 i pazienti ai quali verrà assegnato un codice bianco saranno tenuti a sostenere una spesa di 25 euro. Da un rapido sondaggio però, si capisce subito che un avviso non basta. «C'è scritto ma non l'avevo letto - ammette Paolo, un sessantenne in sala d'attesa – Quando si è qui vuol dire che si sta male, sarebbe più onesto comunicare queste informazioni a voce». Anche le modalità di pagamento lasciano qualche dubbio. «Lo scorso anno avevo dei dolori addominali e mi hanno assegnato un codice bianco senza dirmi che avrei dovuto pagare - accusa Claudia, studentessa universitaria – L'ho scoperto quando mi è arrivato a casa un bollettino postale». Nel tardo pomeriggio il totale dei codici bianchi in tutta la giornata è due. Un infermiere, che preferisce rimanere anonimo, spazza via ogni dubbio. «È vero, c'è la tendenza ad assegnare un codice verde (che permetterà di usufruire della prestazione gratuitamente) anche a chi, invece, dovrebbe averlo bianco».

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