Sì all'arresto di Papa
La Lega si è astenuta. Pdl e Responsabili hanno abbandonato i lavori per protesta. Risultato? La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha dato il via libera, con i soli voti delle opposizioni, all'arresto del deputato berlusconiano Alfonso Papa, coinvolto nell'inchiesta sulla cosiddetta P4. Un brutto momento per l'ex magistrato che, in serata, attraverso una lettera al presidente dei deputati berlusconiani Fabrizio Cicchitto, ha comunicato la scelta di autosospendersi dal gruppo Pdl della Camera. Una decisione sofferta ma che è solo la punta dell'iceberg di un rapporto sempre più teso tre le varie anime della maggioranza e soprattutto tra i leader dei due principali partiti. Da una parte Berlusconi, dall'altra il Senatùr. Il primo pronto a dare battaglia pur di salvare il «suo» deputato dai «processi in Aula». Il secondo indisponibile a cedere di un solo millimetro a tal punto da ribadire per ben due volte che Papa deve andare «in galera». Una posizione più volte sbandierata e che lo stesso Bossi confermava rispondendo a Gabriele Cimadoro dell'Idv, che lo invitava a ribadire anche in Aula questa linea: «Non siamo mica dei "barbun" come voi...». Ma non solo tra il premier e Bossi è scontro. Anche all'interno dello stesso Carroccio è caos sulla questione. E la resa dei conti è attesa proprio per mercoledì 20 alle ore 16 quando il parere favorevole all'arresto passerà al vaglio della Camera con un voto a scrutinio segreto. In quell'occasione anche il partito del Nord potrebbe dividersi. I «maroniani», sempre più stanchi di questo governo, vogliono dimostrare che non saranno certo loro a salvare la «Casta» e puntano a dire «sì» al Gip di Napoli che chiede la custodia cautelare per Papa. Mentre i parlamentari vicini al capogruppo Marco Reguzzoni, sono per dire «no» all'arresto. Una posizione diversa da quella chiesta dal Capo che ora potrebbe «costare molto caro al capogruppo...». Papa intanto si dice sereno. Dopo aver evitato il commento a caldo sulla votazione ha preferito mostrarsi tranquillo e fiducioso con i cronisti che lo hanno incontrato alla Camera: «Ho grande serenità. Io sono impegnato in una battaglia di verità rispetto alla quale non è l'ipotesi del carcere che mi fa paura». Per poi concludere: «Io confido nella giustizia e sono sicuro che la verità verrà a galla. La mia coscienza è assolutamente pulita e sereno». E mentre Papa difende le sue posizioni, il leader dell'Idv Antonio Di Pietro rivendica il risultato ottenuto. «L'Italia dei valori ha messo un paletto chiaro Oggi c'è la richiesta di arresto su uno, domani su un altro e chissà su quanti altri ancora... C'è una nuova Tangentopoli che richiede l'intervento dell'autorità giudiziaria». E intanto in Aula si sente già tintinnar di manette.