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La rivoluzione già russa

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A sinistra Luigi De Magistris, a destra Giuliano Pisapia

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La luna di miele è già finita. E con essa gli entusiasmi di chi, con le vittorie di Giuliano Pisapia e Luigi De Magistris, si preparava a celebrare una stagione di rivoluzioni. Invece, a meno di due mesi dalle elezioni (i due sono stati incoronati sindaci di Milano e Napoli nei ballottaggi di fine maggio), la rivoluzione si è addormentata. Anzi, con un facile gioco di parole, si potrebbe dire che la rivoluzione già russa. Appena i primi nodi sono arrivati al pettine i due hanno subito fatto flop. Con buona pace di chi li aveva dipinti come l'unica speranza per il futuro del Paese. Giuliano si è infranto sull'Expo 2015. Non una cosa da poco, ma uno dei progetti su cui Letizia Moratti aveva speso più tempo e fatica. Il neosindaco ha scelto la linea della continuità con chi l'aveva preceduto. E la cosa ha profondamente deluso Marco Travaglio che ieri, sulla prima pagina del Fatto Quotidiano, si è sfogato in un articolo dal titolo: «Smiracolo a Milano». Bastano le ultime righe, probabilmente condivise da gran parte degli elettori di Pisapia, per capire il senso dell'affondo: «Un mese dopo la cosiddetta "ricoluzione arancione", sulle speranze di cambiamento dei milanesi cala una doccia gelata. Cambiare la faccia del sindaco è una bella cosa. Uscire dal berlusconismo, che divora la politica tutta, resta un sogno». Un sogno come quello che, almeno per ora, non è riuscito a realizzare Luigi De MagistriS, l'altro uomo simbolo della «rivoluzione arancione». Per lui il problema è più che noto: i rifiuti. Il neosindaco, con un eccesso di fiducia in se stesso, aveva annunciato che avrebbe liberato le strade di Napoli in 5 giorni. Ne sono passati diversi di più e l'immondizia è ancora lì. Certo, nel frattempo è partito il gioco dello scaricabarile, ma il dato resta. Ieri i napoletani si sono svegliati con 2.400 tonnellate di rifiuti per strada. Duecentocinquanta in più del giorno precedente. E mentre la Regione è pronta a firmare una nuova ordinanza per trasferirli nelle altre province campane, l'amministrazione comunale non può far altro che promettere. «Nelle prossime ore - spiega il vicesindaco e assessore all'Ambiente Tommaso Sodano - tenendo conto anche della fragilità del sistema di trasferimento dei rifiuti raccolti, l'amministrazione di Napoli assumerà decisioni cogenti, incisive e impegnative. Stiamo infatti predisponendo un piano straordinario per rispondere all'emergenza». C'è da giurarci. Nonostante l'aggettivo, questo «piano straordinario», è quanto di più lontano dalla «straordinaria» stagione che sognavano i cittadini napoletani.

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