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Il Csm sospende Papa da funzioni e stipendio

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Il deputato del Pdl Alfonso Papa

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La Prima sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura ha deciso, in via cautelare, la sospensione di Alfonso Papa dalle funzioni e dallo stipendio. Con questa decisione Papa, il magistrato parlamentare del Pdl sotto inchiesta nell'indagine P4 per il quale la Procura di Napoli ha chiesto l'arresto, non percepirà lo stipendio come giudice nemmeno nel caso in cui si dimettesse da Montecitorio. La delibera del Csm è stata presa a porte chiuse dopo l'audizione dello stesso Papa. Ieri ha votato sì al suo arresto la giunta per le autorizzazioni, mercoledì la parola passerà all' Aula. Ed è scontro fra il leader leghista Bossi, che dice che Papa deve andare 'in galerà, e il premier Berlusconi, per il quale il parlamentare va salvato. L'INTERVISTA A PAPA Alfonso Papa è tornato a respingere le accuse rivoltegli dalla magistratura di Napoli nel caso P4. "Ho vissuto quasi sette mesi di travaglio di animo, di attacchi e fango rispetto ai quali mi sono chiuso nel riserbo piu' totale, ho studiato le carte e sto lavorando per l'accertamento della verità", ha spiegato il deputato del Pdl intervistato da Sky Tg24. L'ipotesi del carcere spetta alle valutazioni dell'aula sovrana", ha ricordato, "io in questo momento conduco una battaglia di verita' per ricostruire le cose come sono andate e pretendere la restituzione di quell'onore che in troppi hanno cercato di togliermi". Papa ha poi spiegato le ragioni che lo hanno spinto ad autosospendersi dal Pdl. "Ho voluto che in questo momento molto importante di sviluppo e crescita del Popolo della libertà si evitasse qualsiasi strumentalizzazione per finalita' politiche sulla mia persona".   INCHIESTA P4 "Spero che nel segreto dell'urna tutti i parlamentari possano svincolarsi da operazioni populiste ed elettoralistiche e che prevalga il rispetto delle norme. Non vorrei mai che qualcuno avesse il rimorso di aver mandato in carcere ingiustamente una persona". Il 20 luglio sarà il d-day per Alfonso Papa. Maurizio Paniz, componente pidiellino della Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio, difende a spada tratta il collega coinvolto nell'inchiesta P4 e riconosce che la partita si giocherà tutta sul voto segreto. Il Pdl, infatti, conta sulla sponda degli "indecisi" nel centrosinistra come nella Lega, divisa tra i 'maronianì favorevoli all'arresto e gli scettici che seguono il capogruppo Marco Reguzzoni. Paniz non si sbilancia sul Carroccio dopo l'altolà di Umberto Bossi ("Papa in galera") quando gli chiedonon se confida nel sostegno in zona Cesarini dei "lumbard" più perplessi: "Confido solo nel fatto che emerga il rispetto per i diritti individuali indiscutibili. In particolare - dice - confido che ci sia una serenità di giudizio, che non può non far emergere quanto sia legata al fumus persecutionis la richiesta di misura cautelare per Papa".Quanto al voto segreto dell'urna, il Pd ha fatto sapere che non lo chiederà e pretende che il sì o il no all'arresto sia "trasparente", con tanto di paternità. Paniz spiega: "Non so quale gruppo chiederà il voto segreto, ma è una prassi costante quando si discute dell'accoglimento o meno di una misura cautelare individuale. Noi non auspichiamo nessuna spaccatura in altri gruppi politici, ma solo che trionfi la verità e la corretta applicazione di principi che affondano le loro radici nella stessa Costituzione italiana". "Il Pdl - continua - ha espresso in maniera chiara il proprio convincimento di votare contro l'arresto: discutiamo della libertà personale e non di una valutazione morale del comportamento di Alfonso Papa". Secondo l'esponente pidiellino "chi ha letto le carte processuali capisce perfettamente che il fumus persecutionis è evidente che non ci sono motivi che giustifichino la privazione della libertà". L'avvocato pidiellino, capogruppo in giunta, non scopre le carte: "Cosa succederà il 20 luglio? Non vendo nulla in anticipo, non sarebbe corretto, ho il massimo rispetto per il Parlamento nel suo complesso e per la capacità di giudizio dei singoli parlamentari".  

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