Bossi: "Papa? Sì all'arreso"
Bossi prepara il cappio. Sul caso Papa, l’onorevole Pdl coinvolto nell’inchiesta P4, il Senatùr non ha dubbi: oggi la Lega in Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta d’arresto voterà «sì». In altre parole la Lega non ha alcuna intenzione di offrire uno scudo al parlamentare del Pdl coinvolto nell’inchiesta sulla P4 tanto che il Senatùr promette: oggi la Lega in Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta d’arresto per il deputato del Pdl Alfonso Papa voterà «sì». Sono da poco passate le 19.30 di ieri sera quando il leader del Carroccio spazzava definitivamente il campo dalle polemiche nate sulla linea che seguirà il partito padano. Nel pomeriggio infatti circolavano voci che i fedelissimi del ministro dell'Interno Roberto Maroni e quelli vicini all'Umberto fossero divisi sulla strategia da portare avanti. I primi convinti assertori del «sì» all'arresto, gli altri meno categorici. Una situazione che già il capogruppo leghista alla Camera, Marco Reguzzoni, aveva bollato come «fantasiose ricostruzioni giornalistiche», ribadendo che la Lega voterà «a favore di ogni richiesta inerente l'acquisizione di materiale, tabulati telefonici», anche se alla domanda sulle richieste di arresto «bisognerà valutare tenendo conto delle accuse caso per caso». Eppure nel Carroccio si sapeva che quelle parole dovavano essere solamente l'introduzione a quelle di Bossi che puntuali hanno dettato la linea. E proprio la strategia messa in campo dalla Lega ha costretto ieri mattina il Pdl a stravolgere le proprie decisioni. Infatti con un colpo di scena in Giunta per le autorizzazioni della Camera, il relatore Francesco Paolo Sisto (Pdl) ha ritirato la sua proposta di votare contro la richiesta di autorizzazione all'arresto trasmessa nei confronti del deputato dal Gip di Napoli evitando così alla Lega di spaccarsi sul voto. Un appuntamento che, per questa ragione, è stato rimandato alle 12 di oggi quando, secondo indiscrezioni, l'obiettivo sarebbe di rimandare tutto alla riunione del 20 luglio dell'aula di Montecitorio, dove i deputati si esprimeranno con un voto segreto.