Asse Draghi-Tremonti contro la crisi
La manovra di correzione dei conti pubblici sarà rafforzata per tutto il quadriennio e sarà approvata entro venerdì prossimo. Parola di Giulio Tremonti che dal palco dell'Assemblea dell'Abi, davanti a un affollato parterre di banchieri e alla presenza del presidente dell'associazione bancaria Giuseppe Mussari e del Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ha ribadito l'intenzione di accelerare i tempi del varo della manovra con correzioni tali da irrobustirla a cominciare dalle liberalizzazioni. Non solo. Il ministro ha smentito in modo secco le voci di sue dimissioni: la manovra, ha detto, «sarà accompagnata da chi si prende la responsabilità di averla presentata». Poi citando Tito Livio «hic manebimus optime» («qui resteremo benissimo») dà il segnale che la sua poltrona non è a rischio. Tremonti rimarca ancora di aver tenuto sotto controllo i conti pubblici. «Se non ci fosse stata la tenuta del bilancio, non ci sarebbe stata neanche una crescita dell'1,3% del pil, che, tra l'altro, è anche la crescita dell'Inghilterra». In ogni caso «si può fare di più». Tremonti guarda, in particolare, ai comuni. Questi, sottolinea, «saranno spinti a vendere i loro asset da un meccanismo di incentivi che sarà introdotto nel loro patto di stabilità». Tutto questo però «non può essere fatto a prescindere dal mercato. C'è bisogno di qualcuno che compra». Tremonti quindi, allargando l'esame alla situazione europea, critica la mancanza di una governance. Sottolinea che «tutto quello che ha provocato la crisi c'è ancora perchè niente di quello che doveva essere fatto è stato fatto». Le prassi speculative «sono aumentate» e sui debiti pubblici «sono stati caricati i debiti privati». La soluzione? «O l'Europa trova la forza per avanzare o l'arretramento è inevitabile», dice, sostenendo che sarebbe «irreparabile l'errore di non saper cogliere l'attimo fuggente». Si può cominciare con l'introduzione degli Eurobond sui quali «il Parlamento Ue è favorevole e non sono vietati dai trattati». Sollecitazioni a fare presto sono venute dal presidente dell'Abi Giuseppe Mussari: «l'approvazione della manovra correttiva deve essere più che mai rapida». Le assicurazioni di Tremonti sui tempi della manovra arrivano subito dopo l'intervento del Governatore di Bankitalia, Mario Draghi che ha promosso l'azione del governo ma al tempo stesso ha esortato a fare di più. Soprattutto sul fronte dei tagli di spesa. In caso contrario il rischio è di dover far ricorso alla leva fiscale. «Se non si incide anche su altre voci di spesa - dice - il ricorso alla delega fiscale e assistenziale per completare la manovra nel 2013-2014 non potrà però evitare un aumento delle imposte». Avanti, dunque, dice Draghi, con la correzione degli squilibri di finanza pubblica. Ma a questo, in Italia come negli altri Paesi dell'euro, si deve accompagnare «un innalzamento del potenziale di crescita della nostra economia» mettendo in campo «politiche strutturali incisive e credibili, con comportamenti coerenti di tutti i protagonisti della vita politica e produttiva». È vero che «dopo variazioni appena positive, nel secondo trimestre il Pil dell'Italia sarebbe aumentato a un tasso in linea con quello medio dell'area dell'euro». Ma nel medio termine, sottolinea il Governatore, «il ritmo di crescita dell'economia italiana continuerebbe a collocarsi su livelli inferiori a quelli dei nostri partner europei». E, per questo, le riforme strutturali «invocate per anni» sono tanto più urgenti ed essenziali ora che si sono acuite le tensioni e la crisi del debito sovrano. Se «gli spread sui titoli sovrani rispetto al bund tedesco sono rimasti a lungo su livelli modesti e i tassi praticati dalle banche hanno riflesso la credibilità di cui godevano i titoli pubblici dei paesi dell'euro», ora «non è nè sarà più così». Infatti, mette in chiaro Draghi, «la solvibilità degli stati sovrani non è più un fatto acquisito ma va guadagnata sul campo con una crescita alta e sostenibile, possibile solo con i conti in ordine».