Anche i cinesi minacciano taglio rating
Infatti,la Dagong, la principale agenzia cinese di valutazione del credito, ha annunciato di valutare un abbassamento del rating A+ sul credito Usa, anche nel caso di un accordo dell'ultim'ora sul tetto del debito fra Casa Bianca e Congresso. In una dettagliata nota pubblicata sul suo sito l'agenzia - che già nel luglio 2010 aveva tagliato di un livello il rating Usa - mette sotto accusa lo stesso modello economico adottato negli ultimi tempi dalle autorità di Washington (a iniziare dalla Federal Reserve, colpevole di pompare dollari per favorire la ripresa). In particolare l'agenzia denuncia le scelte di politica economica che «provocheranno una recessione di lungo termine dell'economia» Usa, anche se riconosce all'Amministrazione Obama di aver compreso la natura dei problemi e di aver iniziato a riformare il sistema. La Dagong tuttavia sottolinea l'incapacità dell'economia Usa di creare «vera ricchezza», con una ripresa - pari al 2,9% del Pil nel 2010 - che Pechino attribuisce solo alle mosse di politica monetaria e finanziaria. E quando queste verranno meno, per via dei limiti operativi del governo, «nei prossimi due anni l'economia Usa rallenterà». Fondata nel 1994, presieduta dal 1998 da Guan Jianzhong, Dagong Global Credit Rating ha oggi più di 500 dipendenti con sei filiali regionali e 34 uffici locali. Ma soprattutto vanta l'appoggio ufficiale delle autorità cinesi. La Cina ha in portafoglio 1.152 miliardi di dollari di buoni del tesoro Usa.