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Via le province e i vitalizi Parlamentari? Ne bastano metà

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Partendodall'abolizione delle Province che secondo Perotti e Zingales vale 3 miliardi. Secondo il Sole 24 Ore di lunedì scorso, inoltre, i costi dei consigli di amministrazione delle partecipate, delle auto blu, degli enti intermedi e delle consulenze esterne ammontano in totale a 7,5 miliardi. E ancora: il costo complessivo di Camera e Senato è di 1,7 miliardi all'anno. Dimezzando il numero di deputati e senatori (portandolo così vicino alla media europea) e i vitalizi per ex deputati e senatori si risparmiano circa 900 milioni. Lo stesso fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, ha chiesto con un editoriale che gli venga tolto il vitalizio da parlamentare: «Personalmente riscuoto come ex deputato un assegno netto da 2.400 euro mensili. Cinque anni fa inviai una lettera ai questori della Camera chiedendo che mi fosse annullato. La risposta fu che ci voleva una legge recepita dal regolamento della Camera, in mancanza di che l'assegno di sarebbe stato comunque accreditato». Già che ci siamo togliamo l'assegno anche a Toni Negri, che prende 3.108 euro per essere stato parlamentare 64 giorni, a Luciano Benetton (3.108 euro al mese), all'imprenditore Francesco Merloni (9.947 euro al mese), al fiscalista Augusto Fantozzi (3.108 euro al mese) all'ex top banker di Lehman Brothers Mario D'Urso (3.108 euro). Non solo. La seconda voce del bilancio pubblico è il monte salari, 173 miliardi, l'11% del Pil. Grecia, Spagna e Irlanda li hanno ridotti; anche noi possiamo fare altrettanto. Da una riduzione media del 3% (ogni ente pubblico può decidere se da minore impiego o minori salari), dolorosa ma non tragica, possiamo ottenere 5 miliardi.

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