La teoria del doppio legame
L'Italia è schizofrenica. O almeno lo è il popolo berlusconiano. Che ormai da circa vent'anni intrattiene col Cavaliere rapporti che infatti, per la loro contraddittorietà, corrispondono in modo perfetto alla teoria del "double bind" (doppio legame) lanciata negli anni Cinquanta dal grande antropologo e psichiatra americano Gregory Bateson e successivamente utilizzata dai membri della famosa scuola psicoterapeutica di Palo Alto (California). L'espressione "double bind" indica una situazione in cui la comunicazione tra due soggetti uniti da una relazione emotivamente rilevante presenta una incongruenza tra il discorso esplicito verbale (quel che viene espressamente detto) e quell'ulteriore discorso non verbale che si manifesta mediante gesti, atteggiamenti, espressioni, toni di voce eccetera. Gli effetti psicotici di questa situazione derivano ovviamente dal fatto che essa non permette a chi riceve il messaggio di decidere quale dei due discorsi accettare, e nemmeno di notare l'incongruenza. Un esempio classico di "double bind" è la situazione in cui verrebbe a trovarsi un ragazzo che il padre o la madre avessero energicamente invitato a emanciparsi da loro affrettandosi a conquistare la sua indipendenza. Un simile invito potrebbe infatti produrre, in quel ragazzo, uno stato di insuperabile indecisione, giacché egli, sia obbedendo a quell'ordine sia contravvenendovi, finirebbe, paradossalmente, per eseguirlo. Lo schema assomiglia in modo impressionante alla situazione di stallo in cui si trovano da un pezzo il Cavaliere e l'Italia. L'invito che il popolo berlusconiano, non cessa a chiacchiere di rivolgere al ragazzo Berlusconi è ovviamente quello di decidersi ad aiutarlo a liberarsi dai lacci che gli hanno finora impedito di accedere, in politica, all'età matura, ossia a quella condizione di moderna società democratica e liberale che la nostra sinistra statalista e manettara continua a precludergli. Ma l'intimazione che invece gli rivolge con la più concreta espressione dei suoi atti è il sottinteso divieto di obbedire all'invito enunciato a parole. Tutti i problemi che tormentano il nostro paese derivano insomma dal fatto che all'uomo che ancora oggi, nonostante le percosse che continua a ricevere dall'Italia che lo detesta, rimane pur sempre il leader del nostro maggiore partito, si continua a impedire di fare quel che a parole si vorrebbe che facesse. È per questo che in tanti anni di governo non è riuscito a varare nemmeno le due riforme alle quali tiene maggiormente: quella fiscale e quella giudiziaria. Ma la prova più clamorosa della schizofrenia del paese resta probabilmente il voto con cui cinque anni fa, il 25 e il 26 giugno 2006, la maggioranza degli italiani respinse la riforma costituzionale che era stata varata nella XIV Legislatura, Quella legge, approvata a maggioranza assoluta dei membri del Parlamento, e ritenuta giusta anche da molti membri della sinistra, avrebbe posto rimedio a un sistema che sembra progettato per paralizzare l'azione del Parlamento e dell'esecutivo. Ma quando il popolo fu chiamato a pronunciarsi con un referendum, la riforma fu bocciata e il paese rimase nella sua eterna palude. Il Cavaliere è insomma inchiodato al "double bind" di questa discorde intimazione: ti ordiniamo di cambiare tutto, ma non azzardarti a cambiare niente. Stando così le cose, è un miracolo che il poveretto non sia ancora impazzito.