La batosta vale oltre tre anni di utili Fininvest

Anche se i giudici d'appello hanno ridotto di un quarto il risarcimento che era stato fissato in primo grado in 750 milioni, la cifra che Fininvest dovrà versare alla Cir è una vera mazzata per il gruppo del premier. La capacità da parte della Fininvest di far fronte al risarcimento è fuori di dubbio (il bilancio 2010 mostra che il Gruppo ha saputo fronteggiare la crisi economica) ma resta il fatto che non sarà un'operazione indolore e l'impatto sulla vita della holding si farà sentire. Poche settimane fa lo stesso Berlusconi parlando con un gruppo di ex compagni di scuola sul sagrato della basilica di Sant'Ambrogio a Milano, al termine dei funerali del senatore Romano Comincioli, avrebbe confidato di essere molto preoccupato. «Dove trovo i soldi se i giudici mi condanneranno?» E a chi gli chiedeva se ne aveva parlato con i figli nell'incontro a Palazzo Grazioli, lui aveva risposto che è un argomento ricorrente, «è una cosa che incombe». Per avere un'idea della batosta che si è abbattuta sul Gruppo basta guardare il bilancio del 2010. L'entità della multa risulta pari al 20% del patrimonio netto consolidato al 31 dicembre 2010, a 2,525 miliardi. Ed è oltre il 25% del mol 2010 (utile al lordo di tasse e ammortamenti) pari a 2,1 miliardi di euro (+8,4% sul 2009). Il Gruppo Fininvest ha un debito di di 1,35 miliardi di euro, in crescita rispetto a 1,17 del 2009. Inoltre l'ammontare del risarcimento risulta superiore al valore della partecipazione di Fininvest in Mondadori pari a 311 milioni di euro, poco più della metà del risarcimento dovuto a Cir. La somma è rilevante anche rispetto alle altre partecipazioni: la holding di casa Berlusconi detiene il 38,98% di Mediaset, che vale oltre 1,4 miliardi di euro, il 35,13% di Mediolanum che vale 802 milioni di euro, mentre il 2% di Mediobanca è pari a 115,68 milioni. Eppure Berlusconi deve aver confidato in un esito a lui positivo del pronunciamento dei giudici. Tant'è che nella nota finale ai conti approvati lo scorso 29 giugno si legge che «in riferimento alla vicenda Lodo Mondadori, Fininvest Spa conferma la propria convinzione che non sussista un danno risarcibile di cui debba rispondere e quindi, sotto il profilo delle appostazioni di bilancio, ritiene che non ci siano i presupposti per dar luogo ad alcun accantonamento». Questo significa che non sono state accantonate somme per far fronte al risarcimento. Facendo due conti, il risarcimento alla Cir vale per Fininvest tre anni e mezzo di utili. L'utile netto del Gruppo nel 2010 è stato di 160 milioni. La questione del lodo Mondadori si somma ad altri problemi per il Gruppo dal contenzioso aperto con l'Agenzia delle Entrate alle incognite del mercato televisivo in Italia e Spagna. Il ministero dello Sviluppo Economico potrebbe rinviare la gara per l'assegnazione di cinque multiplex ai tre operatori analogici (Rai, Mediaset e La7) e a due nuovi entranti a seguito del ricorso presentato da Tivuitalia, a cui il ministero di Paolo Romani non avrebbe riconosciuto il ruolo di operatore nazionale nonostante la copertura del 70% del territorio nazionale. A questi nodi si aggiunge per Berlusconi anche quello del contenzioso per il divorzio da Veronica Lario che ha chiesto un vitalizio di 43 milioni annui. Guardando la vicenda sul lato opposto, la Cir di De Benedetti, che vale 1,3 miliardi, incasserebbe una liquidità pari quasi alla metà della propria capitalizzazione. Il titolo, che da inizio anno ha segnato un guadagno del 31,5%, da oggi potrebbe diventare ancora più appetibile per gli investitori. La liquidità potrebbe essere utilizzata per fare acquisizioni. La sentenza sul Lodo Mondadori, in sostanza, potrebbe portare nuovi equilibri nel mercato editoriale italiano.