Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Gli ex An con Angelino, Alemanno no

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Maanche Giorgia Meloni, «Giorgina» la chiama La Russa, fa un passo in avanti. Infiamma la platea prendendosela con i «figli di papà della Val di Susa» e rispolvera un po' di anticomunismo: «Siamo qui per ricordare che questo dannato amore per la Patria noi non l'abbiamo scoperto lo scorso 17 marzo. Ci fanno ridere le ipocrite lezioncine della sinistra che pretende di insegnarci l'amor di Patria. Benvenuti nel club, ma arrivate con appena sessant'anni di ritardo...». Sempre rivolgendosi alla sinistra, il ministro della Gioventù ricorda le parole di Palmiro Togliatti, quando davanti al congresso del Pcus annunciò l'intenzione di rinunciare alla cittadinanza italiana a vantaggio di quella sovietica: «Mai nessuno a sinistra fino a oggi ha sentito il dovere, mentre si appunta la coccardina tricolore, di prendere le distanze da quelle parole». La novità comunque è che quasi tutti gli ex An è schierata con Alfano. Gasparri l'ha detto chiaro, La Russa pure. La Meloni lo ribadisce: l'elezione a segretario del Pdl di Angelino può essere «uno straordinario punto di partenza» perché è un uomo «capace, umile, determinato» che si è «forgiato nella lotta alla mafia e che nutre un sentimento di ammirazione per la storia della destra italiana». Il ministro chiede la «massima partecipazione della nostra gente nelle dinamiche del partito» e insiste: «Non è più rinviabile il dibattito su come restituire agli italiani il diritto di scelta dei singoli parlamentari e a noi parlamentari la dignità di essere eletti e non cooptati». Per Giorgia Meloni, dunque, una riforma della legge elettorale si può fare «anche reintroducendo le preferenze oppure prevedendo le primarie per definire la composizione delle liste, lasciando l'attuale legge inalterata». Oggi toccherà dichiararsi nel gioco del bipolarismo interno ad Altero Matteoli e Gianni Alemanno. Il secondo sembra ormai schierato con Formigoni mentre il primo media. Anche gli ex leader di via della Scrofa sembrano avviati a dividersi. Restano uniti sulle vecchie battaglie. Un'ovazione ha strappato la maglietta che il ministro della Difesa ha mostrato sul palco: «Riconsegnare all'Italia il terrorista Battisti». E polemicamente ha avvertito: «Vorrei avvertire i turisti italiani che corrono il rischio, andando in Brasile, di trovarsi un pericoloso terrorista come Battisti magari sull'autobus...». F. d. O.

Dai blog