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La Lega pronta allo scontro sulle missioni

Il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli

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La Lega torna a puntare i piedi sull'impegno dell'Italia nelle missioni all'estero. Che sull'argomento i lùmbard avessero il dente levato lo si era capito già a Pontida lo scorso 19 giugno quando promisero alla «base» che avrebbero dato il via libera a un decreto che «riducesse i contingenti impegnati all'estero». Poi, dopo la doccia fredda del Consiglio Supremo di Difesa durante il quale Napolitano, convinto sostenitore del coinvolgimento italiano in Libia, è riuscito a far passare la linea di restare fino a quando la Nato lo riterrà necessario, è arrivata la svolta. Il Carroccio ha così deciso di spostare il confronto proprio sul decreto di rifinanziamento delle missioni militari affidando il compito al ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli che, ieri sera, ha spedito a Palazzo Chigi una nota per sottolineare l'inopportunità di esaminare «fuori sacco» durante il Consiglio dei Ministri di oggi il decreto legge sul rifinanziamento delle nostre missioni militari senza un previo confronto con gli alleati. E così, nonostante Stefano Stefani, deputato leghista e presidente della commissione Esteri della Camera si fosse detto d'accordo con la decisione del Consiglio supremo di Difesa «sull'uso di meno risorse per le missioni all'estero purché non si metta a repentaglio minimamente la vita dei nostri uomini», i fedelissimi di Bossi puntano a un chiarimento politico per ottenere una parola definitiva sul numero dei contingenti impegnati nelle missioni internazionali. Un confronto che, a quanto si apprende, potrebbe arrivare già stamattina prima del Cdm fissato alle 9, per venire incontro alle richieste della Lega e trovare una soluzione che serva a scongiurare nuove tensioni all'interno della coalizione. Quindi, mentre il Consiglio supremo di Difesa si riuniva al Quirinale con la partecipazione di Berlusconi e i ministri di Esteri, Interno, Economia, Difesa e Sviluppo e il Capo di Stato maggiore, la Lega meditava vendetta minacciando addirittura che se oggi dovesse arrivare in Cdm il testo del decreto per rifinanziare le missioni senza averlo prima discusso e indicato i tagli ai contingenti, si potrebbe arrivare addirittura ad una verifica di maggioranza. Ma sulla strada dei leghisti, che da mesi puntano l'indice contro le ingenti spese dell'operazione a Tripoli, si è messo il Quirinale con il quale la Lega sente ormai essersi raffreddati i rapporti. Impossibile che i lùmbard se la prendano direttamente con Napolitano, ma e assai diversa la questione dei rapporti con il Pdl. Il Carroccio sulla Libia si è spesso scontrato con il ministro della Difesa Ignazio La Russa («ministro della guerra», lo ha definito Bossi a Pontida) e non voterà un decreto per rifinanziare le missioni: un provvedimento che tra l'altro avrebbe durata semestrale. Sono così girate voci di «contatti» tra Lega e Pdl per un decreto ad hoc sulla Libia con una data di «scadenza» (a tre mesi) della missione da presentare oggi in Consiglio. Ipotesi però scartata da fonti di governo. In ogni caso quello delle missioni rappresenta un problema in più per Berlusconi, già alle prese con le «grane» leghiste su trasferimento dei ministeri al Nord ed emergenza rifiuti a Napoli. Oggi, se ne discuterà in Consiglio dei ministri. Il Carroccio è pronto a dare battaglia. Resta da capire fin dove vuole spingersi.

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