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L'ultimo regalo Colleoni. Ecco altri 400mila euro

Il presidente della Camera, Gianfranco Fini

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L'ultimo regalino della contessa Colleoni. Già, proprio lei, Anna Maria Colleoni. La nobildonna romana che lasciò ad An una cospicua eredità tra cui anche la famosa casa di Montecarlo finita poi nelle disponibilità di Giancarlo Tulliani, meglio noto alle cronache come il cognatino di Fini. L'ultimo regalino stavolta sono quasi quattrocentomila euro, poco più - guarda caso - di quanto pagò il fratello della compagna del presidente della Camera per il quartierino di Boulevard Princesse Charlotte, nel principato di Monaco. Per la precisione compaiono nel bilancio di An 370.977 euro in entrata quale «rettifica del credito per titoli derivanti dall'eredità Colleoni». Di cosa si tratta? La contessa aveva investito una cospicua somma in un fondo statunitense gestito da una banca svizzera. Pare fosse la Ubs. Ma quell'impegno non era stato inserito nel testamento deciso dalla nobildonna negli anni '90 e reso noto alla sua morte nel 1999. Quei soldi sono così rimasti per molti anni in giacenza nell'istituto di credito elvetico. Chiusi i contenziosi che si erano verificati sulla titolarità dell'eredità, la banca ha potuto procedere all'effettiva assegnazione ad An, di fatto l'unico successore della Colleoni. Ora però in via della Scrofa non c'è più un partito, visto che è confluito nel Pdl. Bensì v'è un'associazione. E un'associazione non può avere investimenti che comportino un rischio. Dunque si è proceduto alla liquidazione e la cifra è stata iscritta nell'ultimo bilancio, quello relativo al 2010 e che è stato chiuso appena qualche giorno fa. È il primo che porta la firma del senatore Franco Mugnai invece di quella storica di Franco Pontone, per un ventennio amministratore di An. La cui cura da cavallo ha dato i suoi frutti. In via della Scrofa i conti restano in buona salute. «Il rendiconto di gestione - si legge nella relazione di accompagnamento al documento contabile - chiude al 31 dicembre 2010 con un risultato positivo di avanzo di gestione, grazie agli ultimi contributi elettorali ricevuti nel corso dell'anno, pari a 6,683 milioni. È riconfermata la solidità della situazione patrimoniale, economico e finanziaria di Alleanza nazionale». Con quasi ottanta milioni cash in banca. Ora Mugnai, sorretto dalla nuova maggioranza pidiellina che ha scalzato la vecchia filo-finiana, sta lavorando proprio all'ulteriore valorizzazione: «Avendo questa massa di disponibilità abbiamo trattato con le banche e in molti casi abbiamo rinegoziato con tassi fino a dieci volte superiore a quelli precedenti». E non è finita, il passo successivo sarà la messa a reddito del patrimonio immobiliare, costituito in buona parte dalle sedi del vecchio partito che sono stati dati in prestito al Pdl. Adesso si procederà con la nuova formazione politica a una trattativa per fissare i canoni di locazione. «Apriremo una nuova fase - spiega il nuovo presidente del comitato di gestione - e non possiamo fare altrimenti. Quegli immobili costano, a cominciare dalle tasse o imposte come Ici. Adesso dobbiamo prevedere delle entrate adeguate. Certo non possiamo permetterci di non far fruttare il nostro patrimonio tanto meno di "consumarlo"». Un risultato che si fa notare proprio nel rendiconto dove si evidenzia che «il comitato di gestione, rinnovato nel mese di novembre e dicembre ha provveduto a perfezionare tutte le disdette dei contratti di locazione, ad ottimizzare la redditività delle disponibilità liquide, riorganizzare l'amministrazione, razionalizzare la governance delle partecipate al fine di un rilancio delle attività».

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