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Dall'inizio della missione 39 morti

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Diquesti, la maggioranza è rimasta vittima di attentati e scontri a fuoco. L'ultima vittima era stata il tenente colonnello dei carabinieri Cristiano Congiu, ucciso un mese fa in un episodio di criminalità comune. Il 2010 è stato fino ad oggi l'anno più sanguinoso, con 13 vittime. Il contingente che partecipa alla missione è attualmente composto da circa 4.200, il numero massimo raggiunto finora. Solo a partire dai prossimi mesi ci sarà un graduale disimpegno, che dovrebbe essere accentuato a cominciare dall'inizio del 2012 con l'obiettivo finale di lasciare, entro la fine del 2014, solo un contingente ridotto con compiti di addestramento delle forze di sicurezza locali. La quasi totalità degli italiani - una piccola quota di un centinaio di militari è schierata a Kabul nella sede del comando della missione con incarichi di staff - si trova nella regione occidentale del Paese ed è composta da paracadutisti della brigata Folgore, che il 4 aprile scorso - al comando del generale Carmine Masiello - hanno avvicendato gli alpini della «Julia». Ad Herat, a Camp Arena, si trova la sede sede del Comando regionale Ovest di Isaf. Sotto la responsabilità italiana c'è un'area grande quanto il Nord Italia, composto dalle quattro province di Herat, Badghis, Ghowr e Farah. Alle dipendenze del generale Masiello, un contingente multinazionale di militari provenienti da 12 nazioni. Il contingente italiano è dotato anche di una rilevante componente aerea costituita da velivoli C-130, caccia AMX (che non sono autorizzati a bombardare), aerei senza pilota Predator, elicotteri d'attacco Mangusta e da trasporto di vario tipo. Sul versante dell'addestramento, i nostri militari hanno costituito diversi Omlt, cioè nuclei che seguono i soldati afgani in ogni loro attività, anche quelle più pericolose sul campo, mentre i carabinieri sono impegnati nella formazione delle forze di sicurezza locali soprattutto nell'ambito della Nato Training mission Afghanistan.

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