E ora riprende il tira e molla di Santoro
Lavolete o non la volete questa trasmissione?» Poi era iniziata la sua trattativa con La7 e Michele Santoro, forse convinto di aver finalmente trovato una collocazione nel panorama televisivo nazionale, aveva smesso di incalzare i vertici di Viale Mazzini. Anzi, quasi sicuramente godeva della possibilità di dare un dolore ai suoi ex datori di lavoro. Ma nella vita, si sa, l'unica cosa sicura è la morte. Così Michele si è trovato di punto in bianco senza niente in mano e, dopo aver fatto il martire, è tornato a «piangere» da mamma Rai. Sia chiaro, nella sua intervista-proclama al Fatto Quotidiano, il giornalista mostra i muscoli: «Noi in autunno saremo in onda. Continuare a esistere, magari su una multipiattaforma internet-digitale-satellite, anche "senza il permesso de li superiori", sarebbe il coronamento della mia carriera». Poi, però, ricomincia il suo tira e molla. «Sono ancora un dipendente Rai fino al 31 luglio - spiega -. Se il Cda rivuole Annozero lo dica, io straccio la transazione e resto qui. Oppure torno da esterno, purché smettano di vedermi come un'imposizione da malsopportare e mi vogliano con la necessaria autonomia. Il servizio pubblico resta sempre la prima scelta». Nota la posizione di quelli opposizione, che da tempo chiedono il ritorno di Michele, la risposta all'appello spetta ai consiglieri di maggioranza del Cda di Viale Mazzini. «L'anno scorso se ne stava andando, poi è restato - attacca Giovanna Bianchi Clerici (Lega) -. Quest'anno abbiamo saputo all'improvviso che aveva firmato per andarsene, poi che era ad un passo da La7, poi fallisce la trattativa di La7 e ora vuole tornare. Questo tira e molla mi sembra francamente da asilo Mariuccia. Io comunque aspetto di sentire se e come verrà posta la questione in Cda. Un anno fa, con 5 voti (quelli del centrosinistra più il mio), il Cda approvò un ordine del giorno che impegnava l'azienda a non fare contratti a chi è stato appena incentivato per lasciare l'azienda. Quindi ci sarebbe anche questo problema. Per questo forse lui propone di stracciare la transazione ma questo attiene al suo dialogo con la direzione generale». «Secondo me alla domanda che pone Santoro non può rispondere il Cda - le fa eco Antonio Verro (Pdl) -. Se Santoro ha cambiato idea sulla transazione si sieda al tavolo con il direttore generale, se ci sono i margini, e riveda quell'accordo. Il Cda non può che valutare gli atti che il dg gli porta all'attenzione. Ma non può rivedere accordi tra un giornalista e la direzione generale». Nic. Imb.