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Alfano nuovo segretario del Pdl

Berlusconi apre il consiglio nazionale del pdl

"Berlusconi rivincerà nel 2013"

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L'accoglienza di prima mattina era stata calorosa, standing ovation e ministri intorno a fargli gli auguri, ma forse Angelino Alfano non si aspettava che il consiglio nazionale del Pdl chiamato ad investirlo ufficialmente segretario politico del partito si trasformasse in una vera e propria incoronazione. La scena è tutta per il ministro della Giustizia e il primo a rendersene conto è Silvio Berlusconi che, forse per la prima volta in modo plateale davanti ai pidiellini, cede il suo ruolo, quello di protagonista e indica nel Guardasigilli colui che può imprimere la svolta di cui il partito ha bisogno. Ad aprire la mattinata è stato proprio il Cavaliere che però vuole subito il "delfino" al suo fianco. Chiama sul palco Alfano, gli alza il braccio in segno di vittoria (gesto che ripeterà anche alla fine) e in barba a regole e statuto chiede, tramite una standing ovation, che la platea lo nomini subito segretario. Investitura che poi sarà ufficializzata con la procedura tradizionale e cioè notaio e deleghe alzate dalla platea. A quel punto la scena è tutta per lui che sembra aver pescato dalla migliore tradizione democristiana per la stesura del suo intervento. Vinta l'emozione iniziale, la prima parte del discorso Alfano la dedica ai ringraziamenti ed il primo della lista è proprio Silvio Berlusconi: «Vidi questo imprenditore in Tv - racconta mostrando anche il primo santino della sua campagna elettorale ad Agrigento nel 1994 - e decisi di iscrivermi a Forza Italia». Non vuole però parlare al passato quando c'è di mezzo il Cavaliere tant'è che sul futuro del centrodestra Alfano sembra non avere dubbi: «Berlusconi rivincerà le elezioni del 2013. Non abbiamo bisogni di lasciti ed eredita». Ma prima di pensare alle elezioni politiche, per il neo segretario c'è da pensare al partito, a recuperare quei consensi persi alle ultime elezioni ma, soprattutto a ricostruire l'unità interna lacerata da correnti e divisioni: «Altri più di me meritavano il mio posto», spiega citando poi il lavoro dei tre coordinatori nazionali, ma non dimentica due maggiorenti del Pdl, Altero Matteoli e Claudio Scajola, che nei mesi scorsi hanno più volte criticato la gestione stessa del partito. Ma è proprio futuro che Angelino Alfano sembra avere poche incertezze. Imprimere una svolta al Pdl con l'obiettivo di aprire il cantiere di «una grande costituente popolare che aggreghi i moderati italiani alternativi alla sinistra». Una mano tesa all'Udc di Casini innanzitutto da cui il Guardasigilli non pretende una risposta «nel pomeriggio perchè - spiega - questo è un processo politico importante e non un telequiz, non abbiamo bisogno di una decina di voti, abbiamo già avuto tante fiducie». Il segretario sa bene che per risalire la china e recuperare «il voto del popolo dei moderati che non se n'è andato a sinistra» bisogna cambiare abito al Pdl: «Noi - mette in chiaro Alfano - dobbiamo lavorare al partito degli onesti. Lei - dice rivolto al premier seduto per tutto il Cn al banco della presidenza - è stato perseguitato dalla giustizia ma, con tutta onestà dobbiamo anche dire che non tutti lo sono». E la strigliata prosegue con la richiesta di mettere fine «all'anarchia» istituendo «un meccanismo di regole e sanzioni».Nonostante l'addio al ministero della Giustizia sia stato rinviato («mi dimetterò dopo l'approvazione del codice antimafia»), la svolta del partito non può attendere. Martedì Alfano sarà in prima fila nella riunione del gruppo del Pdl alla Camera che dovrà decidere sul testamento biologico ma soprattutto sul voto in giunta delle Autorizzazioni per il deputato del Pdl Alfonso Papa, implicato nella cosiddetta P4. Poi sarà atteso per la prima uscita pubblica alla festa di Mirabello.    

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