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Polemica con Ruffini L'Annunziata saluta

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Gente che va, gente che viene. Le porte di Viale Mazzini continuano ad aprirsi. Anche se al momento si registrano solo uscite. L'ultima è quella di Lucia Annunziata che ieri ha sbattuto la porta non senza una vena di polemica. Dimissioni irrevocabili al direttore generale Lorenza Lei e tanti saluti a In mezz'ora. In questo caso, però, Silvio Berlusconi non c'entra. Annunziata non ama, a differenza del suo collega Michele Santoro, vestire i panni della martire. Così prende il toro per le corna: «Il direttore Paolo Ruffini lunedì 27 ha comunicato in comitato editoriale-aziendale di ritenere impossibile continuare a lavorare con me dopo la mia intervista al Messaggero ed ha chiesto alla Rai la possibilità di trasferirmi su altre reti. Ho preso atto ed ho presentato le mie dimissioni al direttore generale Lorenza Lei. Il dg mi ha chiesto se poteva trovare altre strade. Ho detto no, le mie dimissioni sono definitive». Insomma, la polemica è tutta interna a Raitre. Ed è una polemica che si trascina ormai da settimane. Già il 20 giugno, durante la presentazione dei palinsesti, c'era stato uno scontro tra Ruffini e Annunziata. Motivo: l'assenza di In mezz'ora dalla cartellina stampa. In quell'occasione Ruffini si era giustificato parlando di un errore di stampa, ma la giornalista aveva lasciato comunque la serata. Poi, il 22 giugno, l'intervista della discordia. Parlando con Il Messaggero la giornalista aveva spiegato che il suo programma era «gestito come un fondo di magazzino. Orari variabili, nessuna promozione». Spiegando poi che l'assenza della brochure era stata «l'ultima goccia». Le scuse non le erano bastate: «Hanno raccontato anche tante bugie. No, non mi basta». E si era scagliata come una furia contro la rete: «Anche nel rapporto tra sinistra e televisione, in specie su Raitre, ci sono cose che proprio non vanno. Le stesse che vengono rimproverate al centrodestra. Piccole mafie, rapporti non chiari, privilegi attribuiti non secondo il merito». E concludeva: «Vogliamo ricordare come è stato mandato via Antonio Di Bella?» Ruffini aveva replicato definendo «una stupidata» il riferimento alle «piccole mafie»: «Lucia sa benissimo che il suo programma è in palinsesto, al suo programma voglio bene perché ha dato prestigio alla rete». Parole che evidentemente non sono bastate a scongiurare la rottura. E ora che si è consumata, il direttore di Raitre va al contrattacco: «La sua decisione di dimettersi dalla Rai è un atto unilaterale a seguito di una polemica unilaterale e di affermazioni offensive che non intendo commentare anche perché si commentano da sole. L'unica cosa che posso fare, e che ho fatto anche nell'ultima riunione del comitato editoriale del 27 giugno, è prenderne atto». «In una lunga intervista (mai smentita) a il Messaggero - ricorda -, Lucia Annunziata (che fino al giorno prima aveva concordato le innovazioni da apportare al suo programma, previsto in onda dall'11 settembre e presente nel filmato aziendale presentato agli investitori pubblicitari) ha pubblicamente affermato di non voler più lavorare a Rai3 accusando la rete di "cose che proprio non vanno, piccole mafie, rapporti non chiari, privilegi attribuiti non secondo il merito", e dichiarando di "non volere più avere a che fare con le persone che vi lavorano"». Al momento l'addio di Lucia non sembra tradursi in una fuga verso altri lidi. E non è escluso che, alla fine, il tutto possa rientrare. Se lo augura, tra i tanti, anche il consigliere Rai del Pdl Antonio Verro: «Sono ammirevoli la chiarezza, la coerenza e la determinazione con le quali Lucia Annunziata porta avanti le proprie idee. Doti di una giornalista che il servizio pubblico non dovrebbe lasciar andar via». Nic. Imb.

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