Meno auto blu, ma sugli stipendi la Casta si autoassolve
La Casta si autoassolve. Sì ai risparmi. Vanno bene pure i tagli. Ma gli stipendi no, non ci provate a toccarli. Quelli no. Almeno i nostri no. Eppure il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, l'aveva detto: «Non puoi ridurre se non ti autoriduci». Una formula con la quale si voleva spiegare la linea del capitolo del Consiglio dei ministri dedicato alla riduzione dei costi della politica che, assicura Tremonti, «è stato oggetto assolutamente di una concorde valutazione». Entra un testo portato dal ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, ma nella sostanza i tagli sono quelli già prefigurati dal ministero dell'Economia. E le sforbiciate ci sono. eccome se ci sono. Tagli alle auto e agli aerei blu, l'election day e, in prospettiva, la riduzione del «costo dei parlamentari e delle cariche pubbliche» e sui rimborsi ai partiti politici. Questi, però, a partire dalla prossima legislatura. «C'è il rischio che il mio successore alla presidenza del Consiglio venga a guadagnare più del sottoscritto, che dà in beneficenza ogni mese, soltanto per questo titolo, 2.400 euro. Questo è lo stipendio del presidente del Consiglio, lo dico perché si pensa a cifre a straordinarie» precisa però Silvio Berlusconi. Per mettere a punto la strategia di tagli, quelli che appunto il ministro del Tesoro invoca come precondizione per fare tutta la manovra, a palazzo Chigi si tiene però una riunione "tecnica" ristretta: ci sono con Tremonti e Calderoli, i ministri dell'Agricoltura Saverio Romano, della Difesa Ignazio La Russa, dello Sviluppo economico Paolo Romani, dell'Istruzione Mariastella Gelmini. E il percorso che porterà ai tagli viene poi spiegato alla stampa dallo stesso Tremonti: «Pensiamo - annuncia - di adottare un paradigma europeo per quanto riguarda il costo dei parlamentari e delle cariche pubbliche. Pensiamo di adottare i sei più grandi Paesi dell'area Euro, si fa la media e in Italia prendi esattamente quello che si prende in Europa, non di più, non di meno. Ci sembra che questo agganciamento sia un modo giusto per trovare un equilibrio». Ad occuparsene sarà un commissione «presieduta dal presidente dell'Istat, partecipata dai maggiori e migliori esperti e che lavorerà in connessione con Eurostat». Anche per i partiti politici «c'è l'ipotesi di una ulteriore riduzione rispetto a quanto già fatto» ha detto il titolare del Tesoro spiegando che, «sempre dalla prossima legislatura, c'è il vincolo a non prendere i soldi in caso di interruzione anticipata della legislatura». Poi ci sono le auto e gli aerei. Delle auto blu si occuperà il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta. In ogni caso non potranno superare, se non per le più alte cariche dello Stato, i 1.600 di cilindrata. «Ferme restando le esigenze di sicurezza per le personalità sotto scorta», viene spiegato in conferenza stampa. In futuro ci sarà quindi da rottamare quelle che ci sono attualmente. Per gli aerei, invece, «il diritto sarà per il Capo dello Stato, per il presidente del Senato e della Camera, per il presidente del Consiglio e per il presidente della Corte costituzionale. Tutti gli altri ne hanno diritto solo per impegni internazionali e motivati e tutto sarà pubblico, sul sito». Sempre su un "mega-sito", dovranno comparire tutte le società pubbliche, quelle di Stato ma anche quelle che fanno capo agli enti locali, alle Regioni, province e comuni. Non compare invece il taglio per l'indennità di ministro. Eppure era stata annunciata appena martedì scorso dalle fanfare del ministro Romano. Il quale, lasciando paalzzo Grazioli dove era in corso un vertice di maggioranza, aveva annunciato: «È probabile che i ministri dal prossimo mese non abbiamo più gli stipendi». In serata però era sparita dalla bozza che era circolata tra i ministri sebbene dal governo si premuravano di far notare: non è comunque escluso che la misure, insieme all'intero pacchetto di "tagli alla politica", possano essere inserite all'ultimo momento. C'era infatti un'ultima parte lasciata in bianco a pagina 82 della bozza dove si leggeva: «Titolo VII Disposizioni finali. Disposizioni finanziarie». Ma la pagina era ancora bianca. E appena ieri mattina, conversando con i giornalisti a Montecitorio, lo stesso responsabile del dicastero di via XX settembre aveva detto: «La mia proposta di tagliare lo stipendio dei ministri non ha trovato nessuna obiezione. Pertanto sono certo che questa misura sarà contenuta nella manovra che il Consiglio dei ministri sta per approvare». Romano si era premurato di garantire: «Questa manovra, infatti, non dovrà essere solo adeguata, ma anche giusta. Pertanto i tagli dovranno partire da chi ha di più e non certo da chi ha di meno». Gli effetti della manovra si produrranno essenzialmente nei prossimi anni quando ci saranno altri governi? «Sono certo - rispondeva Romano - che il prossimo governo sarà ancora di centrodestra...».