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Il Cdm approva la manovra, il premier: niente mani nelle tasche della gente

Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi

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Via libera del Cdm alla manovra per centrare l'obiettivo del deficit zero nel 2014. Con un impatto che sarà di 1,5 miliardi sul 2011, 5,5 nel 2012 e 20 miliardi sui due anni successivi. Questo anche perchè - spiega in conferenza stampa il ministro Giulio Tremonti - nessuno pensava di raggiungere il pareggio quest'anno, ma in ogni caso su 2011 e 2012 gli obiettivi di bilancio sono già «centrati». E via libera anche alla delega fiscale che si conferma "light" con alcune indicazioni di massima e l'impegno - dice Tremonti - di arrivare alle tre aliquote (20, 30 e 40%). E sulla manovra che ora arriva in parlamento - anticipa il premier, Silvio Berlusconi - «alla fine ci sarà la fiducia». Anche perchè sono attesi «moltissimi emendamenti». Intanto comunque la manovra è attesa dal 25 luglio in aula alla Camera. La riunione del Cdm viene descritta da molti dei partecipanti come "serena": si inizia con un'ora di ritardo (alle 16) per un primo faccia a faccia tra il premier, Silvio Berlusconi e il ministro dell'Economia, poi si approfondiscono alcuni temi. Ma la riunione viene interrotta successivamente alle 18 quando si rende necessario un approfondimento su uno dei capitoli più spinosi: i tagli ai costi della politica. Nessuno scontro - giurano i partecipanti - solo un chiarimento tecnico. La riunione riparte e dopo poco arriva l'ok definitivo. Per quanto riguarda le misure si confermano più o meno quelle emerse alla vigilia con un piccolo giallo sulla tassa sui Suv, prima smentita dal Tg4 dal sottosegretario all'Economia, Luigi Casero, poi riproposta, ma come tassa sulle auto più potenti, dallo stesso Berlusconi. Insomma un aggravio ci sarà e notoriamente i Suv sono tra le auto più potenti (oltre i 225 kw). E tra le novità dell'ultima ora arriva anche la liberalizzazione degli orari dei negozi. Norma anche questa che fa già molto discutere. Così tra nuove "piccole" tasse, liberalizzazioni (professioni, orari), tagli a Regioni , province e comuni (già sul piede di guerra), accorpamenti di enti (l'Ice) e 'auto-taglì (non è ancora noto che fine ha fatto il taglio allo stipendio dei ministri), interventi sulla sanità (l'arrivo dei ticket dal 2012), l'arrivo graduale delle pensioni rosa dopo 65 anni e la stretta sugli stipendi pubblici e sulle visite mediche di controllo per gli impiegati statali, il governo 'mette in salvò i conti puntando ad una correzione più centrata sul 2013-2014. E l'opposizione su questo attacca frontalmente. Secondo Pier Luigi Bersani ad esempio, si tratta di una «bomba ad orologeria» innescata da «impreparati». Sembra rispondergli Tremonti dalla conferenza stampa: «chiunque si troverà qui nel 2013-14 dovrà fare questo (intendendo il percorso tracciato di rientro dei conti) e non ha alternative. Noi pensiamo che in questi tre anni via sia stata presa la via giusta e si debba proseguire su questa strada, solo chi non sa dove andare pensa che tutte le strade portino alla meta, noi abbiamo chiara la meta». Insomma il più è fatto: ora si tratta di vedere come sarà il passaggio parlamentare sul quale Berlusconi pone già una condizione: ci saranno moltissimi emendamenti e quindi ci vorrà la fiducia. Il tutto mentre il ministro Tremonti offre la sua visione "morale" sulla correzione dei conti: «il pareggio di bilancio non è un obiettivo di ragioneria ma un obiettivo politico ed etico del Paese. Un bilancio in pareggio si riflette nelle scelte di responsabilità tra cittadini e le generazioni, un Paese in deficit è in deficit di cifra morale».

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