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Fumata nera a Bankitalia

Mario Draghi

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Il nome del successore di Draghi alla guida della Banca d'Italia è sempre più legato al braccio di ferro tra il ministro dell'Economia Tremonti e Berlusconi. Come era prevedibile il Consiglio superiore della Banca d'Italia ieri si è riunito in via ordinaria e quindi non ha affrontato il tema del nuovo governatore. La procedura prevede che il premier, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, proponga il nome del candidato al presidente della Repubblica sentito il Consiglio superiore della banca. In apertura di riunione, Paolo Blasi, il consigliere anziano ha informato i partecipanti che non sarebbe stato possibile discutere il parere sul nuovo Governatore perchè nella lettera ricevuta dalla Presidenza del Consiglio non è stato indicato il nome del candidato. Pertanto l'organo di Bankitalia ha discusso argomenti di ordinari amministrazione. Ma difficilmente il nome del successore potrebbe venir fuori dal Consiglio dei ministri di domani che sarà tutto centrato sulla manovra economica. Da questa riunione però si capirà se sono mutati gli equilibri all'interno del governo, ovvero se sarà ridimensionato il potere di Tremonti. Il vero nodo è proprio questo. Se il ministro riuscirà a far passare la sua linea per la manovra, facendola digerire non solo ai colleghi di governo ma anche a Berlusconi, allora avrà la forza per imporre il suo candidato a via Nazionale, ovvero il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli. Il fuoco incrociato su Tremonti ha ridato forza alla candidatura interna all'Istituto, ovvero al direttore generale Fabrizio Saccomanni. Sostenuto dal governatore uscente Mario Draghi, avrebbe anche il favore del Quirinale che finora non si è ancora espresso in modo ufficiale. Per il presidente Napolitano va applicata la legge sul risparmio nella quale l'accento viene posto sull'autonomia della Banca d'Italia dal potere politico. Così, proprio per attivare tutte le diplomazie e seguire un iter senza ostacoli, i tempi non sarebbero stretti e la scelta richiederebbe ancora del tempo per soppesare le varie ipotesi sul tavolo.  Nemmeno Berlusconi si è espresso per un unico nome e un paio di giorni fa ha citato, come ipotesi autorevoli, Grilli, Saccomanni e il componente della Bce in via di uscita, Lorenzo Bini Smaghi. Ma la gara sembra ormai ridotta ai primi due. Bini Smaghi potrebbe entrare nel Direttorio della Banca o prendere il posto di Catricalà che al vertice dell'Antitrust, scade a febbraio prossimo. È evidente che puntando su Grilli, Tremonti vorrebbe una Banca d'Italia in rapporto più stretto con il suo ministero. Di contro Saccomanni per Draghi significherebbe che la Bce può contare su un gioco di sponda più diretto con via Nazionale in un momento particolarmente difficile per l'economia europea. Sarà da vedere quale delle due linee Berlusconi intende assecondare o sarà costretto ad assecondare. Tutto lascia prevedere tempi lunghi e c'è chi prospetta che si vada a fine estate magari a ottobre, a ridosso dell'insediamento di Draghi alla Bce.

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